Madeleine Peyroux The Blue Room
[Uscita: 19/03/2013]
La diafana Madeleine Peiroux, quarantenne nativa di Athens, Georgia, con "The Blue Room" sigla il suo settimo album in diciassette anni di attività, piuttosto parca la sua attività artistica passata in buona parte a rivisitare, a reinterpretare brani di grandi songwriters, i più disparati e dalla diversa vena poetica, da Bob Dylan a Leonard Cohen, da Joni Mitchell a Tom Waits, Fred Neil, Serge Gainsbourg, Robert Johnson, John Lennon, Paul McCartney, Joe Henry, ed una miriade di standard jazz/country/pop songs di autori più o meno conosciuti, in ogni caso parte integrante ed importante della cultura americana del XX secolo. Inequivocabile la sua estrazione vocale jazzistica, inequivocabile la sua musa ispiratrice, Billie Holiday, dalla quale mutua pari pari stilemi espressivi e mood interpretativi: una vocalità scarna e morbida, fragile, sensuale ed essenziale, scevra nel modo più assoluto da sfoggi di tecnica.
E' quasi impressionante come in questo The Blue Room, blu nei colori di copertina, blues nelle atmosfere e negli arrangiamenti, spesso e volentieri si abbia la netta sensazione di stare ascoltando un album di outtakes e magari rarità della grande, indimenticata jazz singer di colore con un fiore tra i capelli, invece di un disco del 2013, sofisticato e registrato con tecniche moderne. La Peyroux si accompagna negli undici brani ad un combo di tutto rispetto, il bassista David Pilch, il batterista Jay Bellerose, Dean Parks (chitarra) e Larry Goldings (piano/organo). Si tratta di un disco giocato su toni e chiaroscuri jazzy lievi e discreti, sia nelle performances della Peyroux che nei misurati tocchi dei musicisti, che blandiscono l'ascoltatore con leggerezza e senza forzature, ed a cui infondono profondità in molti brani una sezione di strings particolarmente sognanti arrangiati da Vince Mendoza: sono lasciati sullo sfondo come in certe incisioni degli anni '50 e '60, creando un suggestivo effetto di sospensione sonora in episodi di squisita fattura come Gentle On My Mind (John Hartford), You Don't Know Me (Eddy Arnold/Cindy Walker) o Guilty (Randy Newman).
The Blue Room è frutto del lavoro congiunto di Madeleine Peiroux e del noto bassista e produttore Larry Klein, marito e produttore di molti lavori di Joni Mitchell, che si sono per l'occasione in parte ispirati al sound di Ray Charles contenuto in un suo famoso disco del 1962, "Modern Sounds in Country and Western Music", adottandone cinque cover, Bye Bye Love, Born to Lose, la famosa I Cant Stop Loving You, You Dont Know Me, Take These Chains, cinque standard songs rese da Madeleine con sensibilità unica, in particolare nei risvolti più blues e notturni. A completare il quadro, come consuetudine ormai, alcuni ripescaggi illustri: Guilty, del grande Randy Newman, Bird On The Wire (Leonard Cohen), sino ad una Desperadoes Under the Eaves (Warren Zevon), collegati dal fil rouge di una composta e pacata introspezione compositiva ed esecutiva, esattamente come in quella Gentle On My Mind resa famosa da Elvis Presley, che la Peyroux trasforma in una piccola scultura sonora di cristallo, in pericolo al minimo sussulto di infrangersi. Ci pensa l'intrigante arrangiamento country-swing di Changing All Those Changes (Buddy Holly) a regalare un momento di distensione ed easy listening tutto sommato gradito.
Commenti →