Marta Ren & The Groovelvets STOP LOOK LISTEN
[Uscita: 19/02/2016]
Portogallo
No, non si tratta di una ristampa, il disco di Marta Ren & the Groovelvets è stato registrato ai giorni nostri. Ma chiunque sosterrebbe il contrario, facilissimo restare ingannati dalla bella grafica sixties, con tanto di segni di usura circolari sul fronte copertina. Marta Ren è una bella lusitana, di Oporto esattamente, e ha una passione sconfinata per funk e soul. Madre natura l'ha dotata di una voce davvero notevole, con la quale padroneggia alla perfezione il sound anni cinquanta/sessanta dei suoi Groovelvets.
Tanto per rendere l'idea, come Janis Joplin stava a Etta James, Marta può essere accostata a Aretha Franklin. Paragone da intendere non come valore assoluto ma come affinità vocale abbastanza marcata. Marta non è una novellina, avendo un background fatto da esperienze con gruppi chiamati Bombazines e Sloppy Joe, piuttosto noti in ambito nazionale. Marta Ren & the Groovelvets si erano già fatti apprezzare tre anni addietro con il singolo killer 2 kinds of men/Summer's gone (didin't swim), bissato sul finire dello scorso anno da I'm not your regolar woman/Be ma fela, altrettanto travolgente e riuscito.
Nelle undici tracce del debutto adulto, "Stop look listen", uscito per la valida etichetta milanese Record Kicks, sono presenti tre pezzi su quattro di quei 45gg., mentre le rimanenti tracce viaggiano a grandi linee sugli stessi binari. All'ascolto dell'intero disco le vecchie canzoni sembrano avere una marcia in più rispetto alle nuove composizioni e appare giustificata la scelta di riproporle nuovamente. Bello l'intro con tanto di speaker radiofonico che introduce Don't look che ci catapulta 50 anni dietro.
La voce di Marta la fa da padrone nell'arco dell'intero lavoro e i pochi stacchi strumentali sono in gran parte lasciati ai fiati, molto in primo piano e pure troppo invadenti. Le rare eccezioni a tutto ciò sono slow songs come Smiling phaces e So long, forse la cosa migliore di tutte, dove la portoghese se la cava piuttosto bene, pur non avendo la classe e le corde vocali di una Amy Winehouse, che sembra resuscitare in 2 kinds of men giusto con qualche goccia funk in più.
Fra le altre cose qui presenti troviamo Its' today, I'm coming home e Let's talk about girls, dove gli equilibrismi vocali di Marta Ren salvano canzoni dalla struttura molto simile e non proprio trascendentali. Il disco è stato registrato alla vecchia maniera, analogico puro con un Ampex a otto tracce, tanto per riallacciarsi al sound anni sessanta e al mondo Motown, tanto appetito dalla nostra ragazza.
Ma chi s'aspettava il miracolo dalla portoghese resterà deluso, il disco si ascolta con molto piacere, ma un senso di stanchezza fa capolino dopo appena 2-3 ascolti ravvicinati. Ed è un peccato perché nelle canzoni più lente dove gli arrangiamenti sono meno ingombranti ed i fiati riposano per un po', le corde vocali di Marta Ren sanno venire fuori in tutta la loro potenza. Allo stesso modo siamo certi che la dimensione live sia quella perfetta per apprezzare al massimo l'energia del combo portoghese e della sua poderosa cantante.
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