Don McKenzie II - Emanuel Ruffler SOUND ART
[Uscita: 22/11/2018]
Stati Uniti
Direttamente dalle notti insonni della Grande Mela, notoriamente “the city that never sleeps”, l’opera di due musicisti dal nome non particolarmente conosciuto in questo lato dell’Atlantico, ma attivi in patria sin dal 2002, quando iniziarono la loro fruttifera collaborazione con un contratto di una settimana in un locale di Bleecker Street. Il contratto finì per durare diciotto mesi, con successo di pubblico e sessions improvvisate che finivano per terminare alle prime luci dell’alba. Le carriere dei due si sono snodate fino ad ora tra collaborazioni stellate (Vernon Reid, Marc Ribot, Elliott Sharp, Cody Cestnutt, per citarne alcune). Questo disco è il risultato del drumming di gran classe di Don McKenzie II e del talento armonico e compositivo di Emanuel Ruffler, che padroneggia abilmente le tastiere. In tre dei sei pezzi che compongono l’album i due si fanno accompagnare da una sezione fiati decisamente notevole, composta da Duane Eubanks (tromba), Johnny Butler (sax baritono) e Tivon Pennicott (sax tenore e al flauto, in corsa quest’anno per la Thelonious Monk Jazz Competition).
Detto dei partecipanti al banchetto, parliamo delle portate: si tratta di un menù a base di fusion, piacevole e digeribile a molti palati. Decisamente in evidenza è la batteria di Don McKenzie II (a sinistra nella foto), in primo piano rispetto alle tastiere, di cui si apprezza la capacità di creare tappeti sonori su cui si snodano le lunghe parti soliste, per le quali Emanuel Ruffler (a destra nella foto) spesso predilige uno strano suono tra il clavicembalo e il moog, alla lunga un po’ stucchevole. Le tracce in cui il duo si arricchisce dell’ottima sezione fiati risultano più varie, facendosi alla fine preferire rispetto ai più scarni pezzi in duo. In ogni caso, un ascolto piuttosto coinvolgente ed interessante, senza però acuti imperdibili.
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