Rabbit Rabbit RABBIT RADIO VOL. 3 – YEAR OF THE WOODEN HORSE
[Uscita: 01/07/2015]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Dopo una lunga esperienza che li ha portati a fondare band dedite al rock sperimentale come Sleepytime Gorilla Museum, Tin Hat, Cosa Brava e aver collaborato con Tom Waits, Tracy Chapman, Mike Patton, Carla Bozulich, St. Vincent, Carla Kihlstedt (voce e violino) e Matthias Bossi (batteria, voce, tastiere, percussioni), coppia nell'arte e nella vita, hanno formato il duo Rabbit Rabbit decidendo altresì di tralasciare qualunque intermediazione e di rivolgersi invece direttamente a chi ama e segue la loro proposta. Niente etichetta, niente distribuzione, ma assoluta autarchia, le loro produzioni si acquistano direttamente sul loro sito con una sottoscrizione sostanzialmente libera. E' da febbraio 2012 che ogni primo giorno del mese viene inviata ai sottoscrittori una nuova canzone accompagnata da un video prodotto in casa e da altro vario materiale, poi le canzoni vengono raccolte in un album.
Ed ora vede la luce il terzo volume che ha come filo conduttore la chitarra, ogni brano nasce infatti sulla scelta di un chitarrista che è stato invitato a proporre una traccia ritmica sulla quale la coppia ha costruito il resto della musica e le parole. Fra i musicisti coinvolti ci sono fra gli altri Fred Frith (Henry Cow, Massacre), Nels Cline (Wilco), Shahzad Ismaily (Marc Ribot, Secret Chief 3), Mark Orton, Michael Mellender e Jon Evans che hanno collaborato e fatto parte dei precedenti gruppi dei due Rabbit Rabbit.
Ma naturalmente se il progetto produttivo è sicuramente interessante e indica la necessità per gli artisti indipendenti di saper trovare metodi e canali alternativi a quelli ormai decisamente in crisi del mercato tradizionale, quel che conta è è ovviamente la musica e la sua qualità. Ebbene da questo punto di vista il duo Rabbit Rabbit ha, come si suol dire, le carte in regalo: “Year of Wooden Horse” è una collezione di ottime canzoni che si fanno apprezzare per l'originalità e imprevedibilità delle soluzioni sonore, per la capacità di creare melodie, per l'affascinante voce di Carla, ma anche per il loro eclettismo. Infatti, forse proprio per essere partiti da proposte di musicisti diversi, l'album non ha un filo conduttore, ma al suo interno possiamo trovare brani dalla vocazione e dalla rabbia post punk come Whiff of Heaven, il noise rock acido The Promise, la ballata glam in salsa new wave di Nokomis e il dark scuro e elettrico di Falling Awake.
The Perfect Abomination esalta la grande versatilità della voce di Carla che si esibisce su suoni sghembi e nervosi, mentre Moineau è uno dei brani più intriganti, in gran parte cantato in francese in un intreccio di voci acute e seducenti e una chitarra, Fred Frith, dal suono inquieto e monocorde, All Over Again, amara ballata dal sapore country, vede protagonista la voce di Matthias, Nels Cline e Carla Kihlstedt incantano col dialogo fra chitarra e violino intessuto nello strumentale Rabbit Rondo e Universal Elisir è costruito con umorismo su melodie strampalate e folli che sarebbero piaciute a Captain Beefheart. Un disco che quantomeno non lascia indifferenti, e di questi tempi non è poco.
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