Nathan Fake PROVIDENCE
[Uscita: 15/03/2017]
Inghilterra
C’era tanta curiosità intorno all’uscita di “Providence”, nuovo lavoro di Nathan Fake, soprattutto per due motivi: il primo è che si tratta del primo vero nuovo disco dopo “Stream Days” che risale al 2012, il secondo perché è il primo per la Ninja Tune. In verità quando il produttore britannico si muove l’attesa si fa sentire. D’altronde si sta parlando di un personaggio che, insieme a Caribou e Jon Hopkins, ha in un certo senso riscritto le regole dell’elettronica, contribuendo a farla uscire dalla cornice del clubbing e lanciandola nel circuito indie. E’ grazie ad artisti come Nathan Fake se adesso molti festival di musica elettronica hanno visibilità pari a quelli rock. Giusto una postilla per delineare con chi abbiamo a che fare. La singolarità principale di “Providence” è che è stato tutto composto con un sintetizzatore Korg Prophecy, strumento entrato in commercio circa vent’anni fa. Ne viene fuori un album che si discosta di molto dal suo predecessore e lo potremmo deferire come il lavoro più sperimentale di Nathan Fake, che abbandona le sue sonorità da dancefloor per mostrare il suo lato di produttore più ostico. Certo, dopo 5 anni di inattività sul lungo periodo era doveroso temere un certo “blocco creativo”, anche dovuto al continuo muoversi in ogni capo del mondo per club e festival vari.
“Providence” apre alle collaborazioni che qui sono rappresentate da Dominick Fernow aka Prurient aka Vatican Shadow e Raphaelle delle Braids. Degreelesness, il pezzo con Prurient, è una specie di sintesi tra lo stile dei due dj, dark e industrial ma al tempo stesso molto incline alle produzioni di Fake. Addentrandosi nel disco si percepisce che il lavoro è più complesso di quanto può sembrare. La tecnologia è ridotta all’osso ma le trame sonore del dj di Norfolk richiedono un ascolto accurato. Le armonie spigolose sono manifestate in tracce come The Equator & I o Rvk, che si avvicina non poco ai ritmi grime, mentre in brani come Remain, Fake si avvicina a una certa elettronica figlia di produzioni di gente come Forest Swords o Zomby; atmosfere piuttosto asettiche quasi dark. A volte la voluta scelta stilistica di usare una tecnologia scarna manifesta dei limiti, ma nel complesso “Providence” , seppur con alti e bassi, rimane un lavoro più che buono, forse un pò disorientante ma che porta Nathan Fake a esplorare situazioni sonore da lui mai toccate.
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