Tropic of Cancer PERMISSION OF LOVE – EP
[Uscita: 28/05/2012]
I Tropic of Cancer sono il progetto della losangelina Carmella Lobo, webmaster americana accompagnata da Juan Mendez che con questo progetto cold wave, dopo la pubblicazione di alcuni singoli in 10”, la partecipazione alla compilation “The end of all things” e l’EP “The sorrow of two blooms”, continua sulla strada delle produzioni su breve distanza pubblicando, per la romana Mannequin Records specializzata in minimal wave, l’EP di tre tracce “Permission of love”. Il lavoro, di soli tre brani, conferma nel suo insieme l’attitudine ipnotica e oscura dei lavori precedenti, portandoci in un viaggio che ci fa sprofondare in un vortice di oscura bellezza già a partire da The one left che abbandona lo spirito lo-fi degli inizi per una qualità di registrazione decisamente migliore, con una di drum-machine incalzante quanto penetrante.
La successiva Beneath the light è sicuramente, l’episodio più riuscito nella sua sacralità ecclesiale ed eterea dettata dall’organo spettrale, e con la voce a tratti incomprensibile atta solamente a riempire i vuoti lasciati da echi e riverberi che si insinuano flebili. La conclusiva It’s all come undone, che si dipana con tonalità morbide e rilassatamente ambient in un senso di calma trasmessoci dai synth che trascinano la voce appena udibile della Lobo, chiude un percorso breve quanto profondo all’interno della psiche della nostra. Un lavoro che prende decisamente la strada della cold wave, allontanandosi dallo shoegaze o come era stato definito inizialmente drone-pop, rifacendosi a sonorità alla Clan of XyMox, Cabaret Voltaire e Alien Sex Fiend, piuttosto che ai gruppi della cold wave francese della metà degli anni ’80.
Sicuramente, fino ad ora, l’opera più riuscita e coinvolgente per un gruppo che si sta confermando sempre più di culto nell’ambito del nuovo filone dark-new-wave anglo-americano di gruppi come Editors, Interpol (tralasciando, rispetto a questi l’aspetto più squisitamente rock), Cold Cave, O-Children e chi più ne ha più ne metta. Certamente, la curiosità ora è di vedere se il progetto continuerà a spingere l’acceleratore sulla formula degli EP di breve durata (questo ultimo lavoro ci accompagna per poco più di 15 minuti) oppure tentare l’avventura della lunga distanza e verificare se questa non risulti altrettanto coinvolgente piuttosto che uno stucchevole esercizio di stile. Da attendere con trepidazione.
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