Four Tet NEW ENERGY
[Uscita: 29/09/2017]
Inghilterra
Kieran Hebden è tornato. Ci sono voluti quattro anni e un’intermezzo con l’EP “Morning/Evening” ma per il nuovo disco di Four Tet era solo una questione di tempo, e “New Energy“ ha fatto subito discutere. Quello che non è mai mancato al producer londinese, e che l’ha portato ad essere uno dei massimi punti di riferimento dell’elettronica degli ultimi 15 anni, è l’incessante slancio alla ricerca verso nuovi suoni ma sempre recintandoli in un’idea ben precisa. Uno stile che nel corso della carriera è venuto a mutare, avviando traiettorie che l’hanno avvicinato negli ultimi tempi ai ritmi della dance floor. Con New Energy Four Tet sorprende perché segna un ritorno al passato remoto per il producer, con una rivisitazione delle sonorità di “Rounds“ e “Pause“, due dischi ponte tra indie ed elettronica le cui influenze girano tranquillamente ancora adesso. New Energy è però un’epifania, una rivisitazione verso un futuro tutto da riscrivere, non una mera scopiazzatura nostalgica. Quindi cosa ci sta proponendo il vecchio Kieran? Un downtempo con il suo dna quasi inconfondibile, un disco dalle atmosfere intime con quell’approccio orientale (l’apertura di Alap ne è l’esempio più evidente) che ha accompagnato le sue produzioni più recenti, ma in questo caso spogliato da ritmi troppo vicini alla dance (a parte due episodi riusciti come SW9 9SL e Planet).
Ci sono brani dove il suo stile si palesa subito, soprattutto Lush (dai toni da pista da ballo, per appassionati di new age) e You Are Loved, che rappresenta (non è l’unico) la sua rivisitazione dei Boards Of Canada. Ennesimo déjà vu (da “Rounds“) è Daughter il cui beat iniziale rimanda a certa “teardrop“ di Massive Attack-memoria. Ma i tintinnii di rullante e grancassa, i loop vocali che portano a melodie oniriche, sono sempre punti cardini di New Energy, che come spesso accade per Four Tet aggancia l’ascoltare quasi subito. Questo nono disco non presenta dei picchi evidenti, sembra che Kieran Hebden (nella foto a destra) porti un po' avanti la sua ricerca sonora andando con il cambio automatico. Il viaggio sonoro tra arabeschi orientali è piacevolissimo ma non è quella “nuova energia“ suggerita dal titolo. Seppur le melodie sono presto memorizzabili New Energy necessita di diversi ascolti per godere delle sfumature presenti, che forse sono indizi per quello che sentiremo nelle produzioni future. Dopo i ritmi spigolosi di “Beautiful Rewind“, bel lavoro di quattro anni fa, con New Energy Kieran Hebden ha probabilmente tracciato la sua nuova via.
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