Zanne Festival Preview: The Soft Moon, Amen Dunes, The Fall, Prinzhorn Dance School Zanne Festival Preview: The Soft Moon, Amen Dunes, The Fall, Prinzhorn Dance School 20 Giugno - 11 Luglio 2015, Catania, Monastero Dei Benedettini
Anche quest’anno la meritoria associazione culturale Kizmiaz organizza uno dei migliori festival rock dell’italica plaga: lo Zanne Festival Rock, giunto alla terza edizione. Una kermesse che ha visto negli anni scorsi esibirsi al parco Gioeni di Catania formazioni del calibro di Swans, Jon Spencer Blues Explosion, Blonde Redhead, Clinic, Calexico e che, nell’edizione 2015 che si dipanerà dal 16 al 19 luglio, contemplerà altre compagini eccellenti quali tra le altre FFS (Franz Ferdinand & Sparks), Spiritualized, Four Tet, Godspeed You! Black Emperor, Jacco Gardner, A Place To Bury Strangers, Peter Kernel, The Dead Brothers. Novità di quest’anno, in attesa del Festival vero e proprio, una succosa preview di quattro serate, a ingresso gratuito, che si è articolata dal 20 giugno all’11 luglio, ogni sabato sera.
Sede d’eccezione delle quattro serate è stata il Monastero dei Benedettini, gioiello tardo-barocco la cui prima costruzione risale, tuttavia, al secolo XVI e ora sede della Facoltà di Lettere e Filosofia. Grazie alla virtuosa collaborazione tra l’organizzazione di Zanne e l’Università di Catania, col patrocinio del Comune della città etnea, e con la preziosa presenza di Radio Zammù, si è potuto realizzare un sontuoso programma di concerti tra le auguste mura del Monastero e nelle sue adiacenze, il cortile e il giardino della biblioteca.
The Soft Moon
Il programma della prima serata, sabato 20 giugno, contemplava l’esibizione, oltreché di taluni gruppi emergenti, così come per le altre serate, in competizione per figurare nelle scalette del Festival al parco Gioeni, dell’intrigante progetto del bravissimo Luis Vasquez:The Soft Moon. Giunto al suo terzo lavoro sulla lunga distanza, dopo l’iniziale “Soft Moon” del 2010 e l’eccellente conferma di “Zeros” del 2012, che facevano da preludio all’ultimissimo album “Deeper”, il folle e geniale mestatore americano, per l’occasione affiancato da due valenti coadiutori, ha incantato la platea etnea con una miscellanea al fulmicotone di suoni psichedelici, dal potente impianto electro-dark, dalle reminiscenze kraut, dai rimandi a oscure e mefitiche ambientazioni, paesaggi sonori della decadenza post-industriale, miasmatiche emanazioni di fluidi venefici, con un impianto-luci teso a indurre gli astanti a una sorta di trance paranoica e irrimediabile. Sontuoso concerto, invero.
Amen Dunes
Le ovattate, seppur inquietanti atmosfere radianti dal folk “soavemente” apocalittico di Amen Dunes, al secolo Damon McMahon, hanno contrassegnato la seconda serata, il 27 giugno, stavolta nello spazio splendido del giardino della biblioteca. Sulla scia del suo ultimo album “Love” e dell’Ep “Cowboy Worship”, l’artista americano intesse melodie morbosamente modulate in chiave psych-folk, tra Roky Erickson e Syd Barrett, con dei picchi di poesia notevoli ma anche con indubbie stagnazioni e frammentazioni del dettato armonico, con momenti di autentico rapimento lirico ma anche di monocorde insistenza sul medesimo tema melodico.
The Fall
Di ben altro spessore artistico e musicale, per la leggenda da cui ne è alonato il nome, dopo ben ventotto album da studio e una trentina dal vivo, è stato lo show dei prodigiosi Fall del geniale istrione Mark E.Smith, sabato 4 luglio. Sulla scia del loro ultimo lavoro “Sub-Lingual Table”, per la Cherry Red Records, e a dispetto dei decenni e dell’usura inevitabile del tempo, la creatura del folletto di Prestwich ha incantato la platea con una lezione di strepitosa dark-wave. Un’ora di mera follia percussiva e compulsiva sulla scia di immaginarie rovine post-atomiche, con un Mark in forma spettacolare, il cantato (si fa per dire…) ancora in liquido dipanamento, dall’urlo belluino allo strascicamento sillabico inintelligibile, e collaboratori di ottimo lignaggio: dal basso potente di Dave Spurr alla chitarra al vetriolo di Pete Greenway, dalle percussioni oblique di Keiron Melling alle tastiere ben dispiegate di Elena Poulou. Un concerto di rara intensità, ebbro di momenti di puro surrealismo sonoro, con Mark nei panni di una maschera à la Jarry, da teatro dei burattini di stampo tardo-ottocentesco. Il marchio venerabile e inconfondibile dei Fall che lampeggiava a caratteri di fuoco nel cielo etneo, in una notte alonata di un’oscura patina d’afa e di fuligginose e serpeggianti inquietudini. The Fall live, 4 Luglio 2015, Catania
Prinzhorn Dance School
A chiudere la bella e intrigante rassegna di Zanne Preview, la sera dell’11 luglio, il valido duo inglese composto da Tobin Prinz e Suzi Horn, i Prinzhorn Dance School, dei quali è appena uscito il terzo lavoro sulla lunga durata, “Home Economics”. Un pop di raffinata confezione, improntato a suoni minimali, essenziali, con una spruzzata di techno appena percettibile e gentile. Un buon finale per una rassegna che aveva già vissuto, a nostro modesto avviso, il suo apice artistico coi concerti dei Soft Moon e dei leggendari Fall. Davvero una gran bella kermesse, invero. Classe e sostanza, nel sacrosanto nome del rock.
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