Brian Jonestown Massacre MUSIQUE DE FILM IMAGINÉ
[Uscita: 27/04/2015]
USA #consigliatodadistorsioni
Anton Newcombe ad un anno dall’uscita di “Revelation” trova il modo se non di spiazzare, quanto meno di incuriosire chi segue l’allucinata avventura dei Brian Jonestown Massacre. Reduce da un tour europeo di successo, Newcombe ha registrato “Musique De Film Imaginé” nell’agosto 2014 a Berlino: europeo d’adozione (Newcombe e i BJM infatti vengono da San Francisco ma negli ultimi anni si sono spostati nell’Europa del Nord, in particolar modo lungo l’asse Berlino-Reykjavik) Newcombe vuole omaggiare con questo album il cinema francese degli anni ’50-’60, registi come François Truffaut, o Jean Luc Godard e il movimento della “Nouvelle Vague”. Una dichiarazione d’intenti e un proposito che portano ad un risultato curioso: 14 tracce che mescolano strumenti elettronici, chitarre elettriche, fiati e ottoni. La suggestione finale è quella della colonna sonora languida e fumosa, inquieta e ripetitiva, per un film immaginato, di cui lo stesso Newcombe dice: ”L’album che state per sentire è una colonna sonora, di mia creazione, un tributo a grandi registi di un’epoca che oggi sembra essere alle nostre spalle (….). La cosa interessante è che il film non esiste. Nonostante questo, ho immaginato e realizzato questa colonna sonora…ora sta all’ascoltatore immaginare il film”.
Newcombe, che ha registrato e prodotto da solo il tutto, regala suggestioni alla “400 Colpi” senza che ci sia realmente bisogno di un film. Ci sono episodi principali come L’Enfer, Elle S’ Échappe, L’Ennui. Ancora più importanti e significativi sono i camei lasciati dalle due (uniche) ospiti di Newcombe in questo progetto, la cantante e attrice francese Soko e Asia Argento, che regalano una doppietta chiaroscurale al vecchio Anton, costituendo il climax dell’album: Philadelphie Story cantata da Soko gotica, disperata e romantica (piena di estetica francese se così si può dire), Asia Argento sussurra con voce androgina sui pattern infernali di Le Sacre Du Primtemps. Il resto delle tracce comunque regala momenti, seppur brevi, di malinconica godibilità: basti pensare alla tastiera solitaria e oscillante di Le Cadeau, o alla suite allucinata di Le Souvenir, la tristezza che si cela dietro Bonbon e soprattutto Bonbon Deux, impalpabili e eteree ai limiti dell’ambient, per poi sfociare in una fanfara marziale, le tastiere liquide nell’azzeccata melodia dell’iniziale Après Le Vin. Volendo dare dei riferimenti musicali, potremmo definire Musique De Film Imaginé un “Hlemmur Soundtrack” dei Sigur Rós (colonna sonora per un documentario sui senza tetto della stazione di Reykjavik) filtrato dall’estetica dei Velvet Underground. L’operazione che rimane comunque interlocutoria e marginale, è davvero ben riuscita e il risultato è così stravagante che è difficile non subirne il fascino.
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