New Age Steppers LOVE FOREVER
[Uscita: 20/03/2012]
Consigliatissimo...con nostalgia (per Ari Up) da DISTORSIONI
I New Age Steppers sono stati un progetto del grande produttore Adrian Sherwood, che ad inizio anni '80 aveva radunato intorno a sé alcune forti personalità: Mark Stewart, ex Pop Group, Ari Up e Viv Albertine delle Slits, Vicky Aspinall delle Raincoats (grande gruppo da riscoprire!), il re dei jazzisti obliqui Steve Beresford e molti talenti del mondo reggae. Il gruppo incise tre album per poi perdersi. Oggi abbiamo un nuovo Cd a nome New Age Steppers, ma il disco andrebbe considerato un'opera solista di Ari Up, il suo testamento spirituale, poiché si tratta dell'ultimo inciso dalla cantante, che suona anche sinth e batteria programmata, prima di morire precocemente di cancro. Ancora molti musicisti ad accompagnarla nel progetto: Denise Sherwood, N. Coplowe, Skip McDonald, Dave Wright, Filipe Tavares, Ghetto Priest e Adamski, ma la prima donna è solo lei. Lo stile può ricordare molto le amate Slits: urla tribali, spirito punk, melodie e ritmi che mescolano Africa, Giamaica e Oriente.
La grande differenza col gruppo madre è la prevalenza degli strumenti elettronici, mentre le ragazze all'epoca usavano il classico triangolo basso-chitarra- batteria. La voce di Ari (Ariane Foster) sembra sempre quella di una ragazzina. I ritmi sono quelli del reggae, del dub, in Love me night si alternano ballata e parossismo jungle. Conquer ha un'accattivante melodia araba. The scheisse song è un ragamuffin in tedesco, molto divertente (o agghiacciante, secondo i gusti). Wounded animal si può considerare techno, la cassa in quattro quarti c'è, ma non è troppo ossessiva per fortuna. Ci sono anche brani molto lenti e d'atmosfera, come Death of trees, strumentale che chiude l'album, il brano meno convincente, e The worst of me. In genere gli arrangiamenti sono minimali, brevi fraseggi di tastiere, con forte presenza dei timbri usati in funzione ritmica, incisi molto alti com'è nelle stile giamaicano. La varietà dei ritmi compensa l'uniformità delle sonorità, quasi esclusivamente elettroniche, solo in un paio di brani echeggiano strumenti a fiato. Certo, dovete essere amanti del genere, ma a me poter sentire un'ultima volta la voce di Ari Up dà i brividi.