Insecure Men INSECURE MEN
[Uscita: 23/02/2018]
Inghilterra
L’album d’esordio omonimo di Insecure Men è un momento importante della rinascita esistenziale ed artistica di Saul Adamczewski dopo gli anni del crack e dell’eroina e della conseguente dipartita dalla Fat White Family. Ora con la collaborazione del vecchio amico d’infanzia Ben Roman-Hopcraft (Childhood) e la produzione di Sean Lennon in quel di New York l’artista, apparentemente riappacificatosi con l’uomo, pubblica dodici tracce pregne di un sentore pop vintage straniante a metà strada fra una perduta innocenza adolescenziale e una dolente esotica desolazione.
Se Subaru Nights e Teenage Toy rimandano echi della vecchia produzione della Family, brani come Mekong Glitter e I Don't Wanna Dance with My Baby possono lasciare un pò interdetti con i loro didascalici riferimenti a certe cose glam di Gary Glitter o ad arrangiamenti ruffiani e armonie melense alla Cliff Richard. Sono invece apprezzabili The Saddest Man in Penge con il suo afflato introspettivo, Ulster e la nostalgica Cliff Has Left the Building. Con l'intimistica Whitney Houston and I il talentuoso songwriter Adamczewski (a sinistra nella foto) pare invece tornare curiosamente sulle orme di quel pop da camera che Brian Eno aveva saputo forgiare nei suoi primissimi album, prima della svolta 'ambientale'. A sigillare l'album la seducente, atmosferica, lentissima ballata Burried in the Blake. Alla fine l’intero album può risultare una raccolta soporifera e confusa di canzoncine pop oppure esercitare al contrario un sottile ma notevole fascino... vedete voi.
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