Uiutna )))v(((
[Uscita: 1/03/2012]
ˈSe voi dite ai grandi: - Ho visto una bella casa in mattoni rosa, con dei gerani alla finestra, e dei colombi sul tetto – loro non arrivano ad immaginarsela. Bisogna dire: - Ho visto una casa di centomila lire - , e allora esclamano: - Com’è bella. -ˈ (“Il piccolo principe”, Antoine de Saint-Exupéry).
Uiutna immagina mascherine colorate con le piume, anche come quelle degli eroi però. E musica mitologica. Ha pubblicato un disco con uno strano nome, quasi quanto il suo: “)))v(((“. Nel disco c’è una canzone che si chiama Black montain fluorescent e sembra un ballo tradizionale spaziale, viene dal passato tanto quanto dal futuro. Poi ce n’è un’altra che si chiama The stone of Zanobi ed è piuttosto bizzarra, ci sono delle voci cavernose in sottofondo, anche un po’ diaboliche se si vuole, e ogni tanto qualcuno lancia un sassolino elettrico. Poi Joy, che parte picchiettando piano piano per crescere ritmicamente sempre più, fino alla purificazione finale, una danza a piedi nudi nella foresta mentre scroscia il temporale. Un’altra canzone ancora Uiutna l’ha chiamata My bed e sembra tutta attutita, intima, nascosta tra le coperte. Al contrario delle pulsazioni cosmiche di Scarabeo cornuto e dello spirito goliardico di o))) yeah, dove i suoni massicci indossano brache strascicanti da hip-hop come fossero una maschera, un costume. Ma è solo un gioco, infatti quello che ne esce è un’altra storia, fatta di echi cupi e tenebrosi rispetto a quel titolo scanzonato.
Piccolo rituale divinatorio questo disco, dove un vate un po’ cavaliere errabondo interpreta i segni dopo aver sbattuto la testa da qualche parte. Segni che sono anche graffiti preistorico-fluorescenti: appaiono sempre in gran quantità laddove passa Uiutna. Per i grandi: Uiutna also-known-as Olmo Guadagnoli. Dalla Toscana a Bristol, passando per la Svizzera, la Germania, la Francia, l’America. Dopo varie collaborazioni con emittenti radiofoniche, etichette (Dasandereselbst, Zonoff, Antisocial) e compilations, apre la sua casa di produzione, cioè Zamzamrec. Con tale label pubblica il lavoro in questione e il precedente “Unicorn Dream”. Nel frattempo insieme ad Elia Buletti è GB ovvero Blasters Gateaux, progetto dai diretti interessati definito come ˈimpro-ritualeˈ e collabora con Sarah Haug per All Ice e Berries, avventura visiva e musicale ai confini tra sogno e realtà. Il suo si può dire un mix di stili tra elettronica, kosmische musik e, singolarmente, tra ciò che, per chissà quale comodità, si usa classificare come indie.
Accompagnato da un non secondario interesse per la comunicazione visiva, ben caratterizzato e manifesto, dall’artwork del cd fino al sito della Zamzamrec passando per le performance dal vivo, durante le quali Olmo è solito indossare le maschere di sua creazione. Sempre per i grandi che cercano paragoni: Steve Reich, Klaus Schulze, Popol Vuh. Dopo aver ascoltato “)))v(((“, però, dubito fortemente che senza un’immaginazione ripulita dai filtri materiali, triviale e intuitiva, si possa comprendere questo lavoro dall’apparenza volutamente ingenua. Occorre lasciare che il suono si impadronisca dell’ascoltatore, in un rito di possessione quasi dionisiaco, sciamanico, che per un attimo lo ricongiunge con qualcosa di atavico. Questo accade solitamente quando due estremi riescono ad esprimere contemporaneamente la loro forza opposta, anche a livello inconscio: si ha un simbolo. E “)))v(((“ è ricco di simbolismo da un lato, e di iper-futuribilità dall’altro. Le sostanze giuste per un’intensa esperienza sensibile. E per volpi che non hanno nessuna intenzione di farsi addomesticare.
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