Sycamore Age PERFECT LAUGHTER
[Uscita: 20/02/2015]
# Consigliato da Distorsioni
Sono trascorsi esattamente tre anni da quel 20 febbraio in cui uscì il primo bellissimo disco della band aretina Sycamore Age, adesso tocca a questo “Perfect Laughter”. Nel frattempo una serie di emozionanti live in Italia ed Europa e un disco di remix pubblicato l’anno scorso. Ebbene con questa seconda opera i SA si confermano come una delle realtà migliori del panorama musicale, aggiungere l’aggettivo italiano sarebbe davvero riduttivo, il loro è un disco misterioso e affascinante, un pentolone dove insieme alla natura acida bollono multiformi sapori musicali miscelati da una prorompente creatività e da una effervescente libertà espressiva. Registrato nel loro studio casalingo, i Sycamore Age sono quanto di più simile a una comune musicale hippie esista nel mondo di oggi, i sette musicisti hanno utilizzato anche in questa secondo disco un gran numero di strumenti e di svariati oggetti per produrre un suono ricco di sfumature, di influssi, di suggestioni, un incontro fra la tradizione psycho-folk di band come Incredible String Band o Aktuala e l’avanguardia giocosa e bislacca di un Pascal Comelade.
Rispetto al precedente, sulla cui scia si muove comunque, Perfect Laughter presenta alcune significative novità, innanzitutto la componente psichedelica è decisamente prevalente su quella, pur presente, del prog, ma soprattutto gli arrangiamenti e l’approccio appare influenzata dal free jazz, si ascoltino in proposito tracce come Dalia o In The Blink of an Eye nella quale i fiati sincopati impro jazz si mescolano a caleidoscopiche armonie balcaniche. Anche la voce, splendida, di Francesco Chimenti si distacca in alcuni momenti dal modello Buckley per approdare su versanti più pop, memori perfino dei Beatles lisergici. A sentire le loro dichiarazioni Perfect Laughter è un concept album sul rapporto fra l’uomo e la divinità, ed effettivamente si respira un’aura di misticismo e di intensa spiritualità che non dovrebbe sorprendere i cultori della psichedelia, si pensi a band come Quintessence, Popol Vuh, gli stessi Beatles, etc.. . Ma il tutto declinato in chiave molto personale, che fanno di questo secondo lavoro dei Sycamore Age un album di difficile etichettatura, tanto ricco di umori e atmosfere diverse, in un continuo gioco di spiazzamenti progressivi, con interventi improvvisi e inaspettati di nuovi strumenti, cambi di melodie, slittamenti del ritmo che rimettono tutto in discussione. Pur essendo un album frutto di un grande lavoro di ricerca e di studio, per chi ascolta la sensazione è quella di stare vivendo insieme alla band il processo creativo nel momento in cui questo avviene. Un suono che sembra uscire direttamente dalle menti e dalle anime dei sette musicisti e nel cui incanto non si può non lasciarsi trascinare.
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