Arto Lindsay CUIDADO MADAME
[Uscita: 28/04/2017]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Da Arto Lindsay (compositore, cantante, chitarrista) è lecito aspettarsi di tutto, anche che metta un lasso di tempo così considerevole quale quello dei tredici anni che separano “Cuidado Madame” dal precedente album “Salt”, anche se in mezzo ci sta l’antologia “Encyclopedia of Arto” (2014). Non che nel frattempo il simpatico artista sessantaquattrenne - nato a Richmond, in Virginia, ma vissuto per tanti anni in Brasile - se ne sia stato con le mani in mano, tutt’altro. Ha continuato la frenetica attività di sperimentatore e di collaboratore, senza trascurare la partecipazione a performance live, da protagonista o da gregario di lusso, in attesa di ripresentarsi ai suoi estimatori con un prodotto bello e raffinato, che, in prima battuta, è coerente con la personalità del suo artefice. Arto, ci piace qui sottolinearlo, fu per noi una felice sorpresa, quando, nei primissimi anni Ottanta, ci trovammo fra i fortunati spettatori della prima tournée italiana dei Lounge Lizards, formazione jazz-fusion da lui fondata (dopo i no wavers DNA) con i fratelli Lurie, Evan al piano e John al sax, quest’ultimo passato con successo al cinema sia come autore di colonne sonore che come attore (lo ricordiamo al fianco di Roberto Benigni in “Daunbailò” di Jim Jarmusch).
In 11 brani, che durano complessivamente 37 minuti Cuidado Madame ci propone il mondo di Arto Lindsay e il perfetto amalgama fra le due culture che convivono in lui. La musica popolare brasiliana si mescola ora con il drum-and-bass, ora col funky, ora con le istanze elettroniche più nuove in un connubio felicissimo, mentre Art, con rara efficacia, affronta una bossa nova dal sapore intimistico che riporta alla memoria Caetano Veloso (Seu Pai), poi ricrea i colori di un Brasile alla Chico Buarque de Hollanda (Ilha Dos Prazeres), quindi si cimenta in una marcia dagli effetti teatrali (Deck), per chiudere su un pezzo che è puro e raffinatissimo jazz (Pele De Perto). Dovendo scegliere il brano migliore (la qualità è tanta), punteremmo su Arto Vs. Arto, uno strumentale di free music stortissima che è la cosa più coraggiosa del disco, pur tornando in parte su territori già battuti dal Lindsay chitarrista nei DNA. L’artista sfida se stesso nella ricerca di sonorità che non siano mai banali, attendibili, ovvie (Uncrossed, Vao Queimar ou Botando pra Dancar, Unpair), con risultati, in questo Cuidado Madame, inediti e splendidi.
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