Silke Eberhard Trio Being Up And Down
[Uscita: 21/05/2021]
Il trio della alto-sassofonista tedesca Silke Eberhard, con Jan Roder al basso e Kay Lübke alla batteria, ritorna con questo lavoro dal titolo "Being Up And Down", registrato all' A-Trane jazz club di Berlino e pubblicato dalla Intakt Records a 4 anni di distanza dal precedente "The Being Inn", anch'esso edito dalla stessa etichetta con base a Zurigo. Il quarto lavoro per il Trio in quasi 12 anni mostra consolidata intesa; la sezione ritmica, quasi sempre al servizio del fraseggio col sax solista, ne accompagna le libere improvvisazioni con azione costante e propulsiva, anticipandone e descrivendone i passaggi di ritmo. Kay Lubke è un metronomo incessante, mai invasivo o sovrastante, ma si ritaglia ampi spazi di improvvisazione, come su Von A Nach B. Sia nella struttura dei brani che nella tecnica la Eberhard non nasconde le radici Dolphyniane e l'attidudine free Colemaniana. Dura 8:40 minuti la prima traccia U11 ed inizia con un fitto dialogo sax-batteria, che poi diventa via via meno fitto col sax che disegna note libere, a tratti sincopate e spigolose. Il fraseggio dura abbondanti 4 minuti prima di lasciare spazio al duo basso-batteria che in questa fase rallenta molto il ritmo prima del ritorno del sax solista al tema iniziale. Incredibile la capacità di Silke di spaziare tra le note più irte e spigolose, di riuscire a tenerle e modularle a lungo. Come in Strudel che per i primi 3 minuti e mezzo non fa rimpiangere il Dolphy più free, con un fiume di note serratissime e violente, e la batteria di Lübke in bella mostra. Il gioco di spaziare tra libera improvvisazione e ritorno ad un fraseggio rallentato, con basso circolare e batteria spazzolata in questo intervallo, si ripete anche in questa seconda traccia, che chiude dopo 7:10 con una sferrata finale di sax e batteria. Meno accattivante la successiva Von A Nach B, ma notevole l'assolo di batteria. Il basso di Roder sugli scudi in Laika’s Descent, col sax che suona più tradizionale, si insinua tra le note della sezione ritmica basso-batteria con variazioni tematiche, senza esplodere come nelle tracce precedenti, ma con approccio sempre liberalmente improvvisato. Hymne ci sta più tempo a partire e poi si trascina per più di tre minuti e mezzo tra note rullanti di batteria, note sincopate di sax ed un basso mai inerme. La chiusura di sax anticipa Zeitlupen Bossa il cui titolo tradisce gli intenti: un tema bossa che indulge in territori più rallentati e dimessi. E la successiva Damenscharnk sembra tornare al duetto batteria-sax ed ai temi già esplorati in Von A Nach B. Chiudono il set le complesse Stray Around ed Yuki Neko, ricche entrambe di continue variazioni, con il trio che si muove all'unisono mostrando grande intesa e dando sfogo a libere improvvisazioni e fraseggi accattivanti, il sax sempre oscillante ed espressivo. Le due tracce finali rappresentano anche una summa dell'arte della Eberhand che tecnicamente spazia con disinvoltura tra le vie tracciate in passato da Dolphy e Coleman, ma con risultati del tutto personali, e mostrando, altresì, una non comune maturità compositiva.
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