Atoms For Peace AMOK
[Uscita: 25/02/2013]
Come nella più tenace tradizione Radiohead, anche per questo nuovo progetto di Thom Yorke, Atoms for Peace, l’aspettativa creatasi durante tutto il 2012 è stata notevole, nutritasi soprattutto dell’ascolto in anteprima - reso possibile dalla band - di tre brani, di cui due, Default e Judge, Jury and Executioner ritroviamo in questo nuovo “Amok”, mentre l’ottimo episodio What the Eyeballs Did è rimasto fuori. Premesso che il moniker della band è originalissimo e programmaticamente positivo, nonchè foriero di visioni musicali futuristiche, la ‘polpa’ dei nove brani lascia lascia un po’interdetti, dopo aver immaginato per mesi che piega potesse prendere questo nuovo progetto del grande Thom Yorke. Che si tratti di un supergruppo i media e la rete, nei mesi precedenti la pubblicazione di Amok, ce l’hanno ripetuto in tutte le salse, quasi a garanzia di una scontata qualità del lavoro.
Yorke ha voluto al suo fianco Nigel Godrich prima di tutto, produttore titolato divenuto negli anni quasi un membro aggiunto dei Radiohead, qui impegnato ai programming oltre che alla produzione, Flea bassista dei Red Hot Chilli Peppers, il percussionista Mauro Refosco ed il batterista session-man Joey Waronker, dal pedigree illustre. Yorke naturalmente si divide tra performances vocali, chitarre, keyboards e programming. Già il semplice elenco dell’organico evidenzia come il supergruppo abbia voluto privilegiare una dimensione percussiva e ritmica prettamente elettronica, impressione che trova preciso riscontro nell’ascolto: qui si deve purtroppo prendere atto, soprattutto in brani come Dropped, Unless e Default, di quanto questo insistere su patterns e ritmi artificiali diventi davvero invadente ed addirittura irritante, essendo tra l'altro stati posti in sede di produzione in netto risalto rispetto ai keyboards, ai synth ed agli sparuti, timidi ectoplasmi chitarristici che Yorke infila qua e là. Si materializzano le stesse perplessità emerse all’ascolto di “TKOL RMX 1234567” il disco di remix dei brani contenuti in “The King Of Limbs” uscito nell’ottobre del 2011, alcuni mesi dopo quel disco strabiliante ed innovativo.
Anche in Amok, come in quel doppio disco di remix, i segmenti più coinvolgenti e lirici sono quelli in cui Yorke impone le sue impagabili, dolorose nenie vocali, si lascia da esse doppiare, e le linee melodico-armoniche prendono il sopravvento sul predominante freddo taglio cibernetico dei ritmi: Before Your Very Eyes, Stuck Together Pieces, Judge, Jury and Executioner sono magnifiche in tal senso rinnovando i miracoli lirici dei migliori Radiohead, quelli di “Kid A” ed “Amnesiac”. Flea ha modo di mettersi in evidenza nella titletrack, ma è poca cosa ed inesorabilmente sullo sfondo, molto continua ad essere soffocato da un battere techno insulso, e la cosa più preoccupante è che l’innamoramento di Thom Yorke per la gelida elettronica è cosa seria e seriale! La speranza fervida invece è che nelle prossime mosse di Thom e dei Radiohead prendano il sopravvento il selvaggio sperimentalismo armonico, il fluire incontrollato di idee melodiche che avevano fatto di The King Of Limbs una creatura artistica ispiratissima, e che questi in buona parte deludenti Amok/Atoms For Peace rimangano un episodio isolato.
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