Slow Steve ADVENTURES
[Uscita: 06/05/2016]
Francia-Germania
Non passerà certo alla storia questo primo album da solista di Rémi Letournelle, già leader dei Fenster (taluni membri dei quali presenti qui) tramutatosi come per incanto in Slow Steve e che ha dato alle stampe giustappunto questo “Adventures” per i tipi della teutonica Morr Music. Il prestigiatore francese mette in scena un pop leggero e frizzante venato da sottili pulsazioni techno e con qualche addentellato in certa giocosa psichedelia. Gli undici segmenti dell’album vanno via come acqua senza lasciare traccia, se non talune bollicine, qua e là, di easy pop, a partire dall’iniziale Eaux Usées, da cui si evince il mood complessivo del lavoro: ritmi scanzonati, techno-pop ricreativo. La voce di Rémi, pur ispirata, come in Veterans, non riesce a far decollare la qualità del prodotto, una miscellanea di suoni dall’improbabile amalgama. Sloth, che pure avrebbe dovuto essere il brano di punta dell’album, suona fiacca e poco incisiva. Leggermente migliore pare Bali per una vena più pronunciata e consapevole di psichedelia, mentre i ritmi sincopati di Joséphine, Pt. 1 e Joséphine, Pt. 2 (Riviére) ornati da intarsi di soffice elettronica risultano finalmente convincenti.
Così come un buon pezzo è The Giant Spider Crab From Japan, impregnata di sonorità elettroniche assai accattivanti. Joséphine, Pt.3 (Tschüss Oskar) rappresenta il ritorno a suoni alquanto deboli, così come la successiva Oscillation. Il bislacco incedere di Red Wool e della conclusiva Foam Shapes sigillano un album non certo memorabile, per usare un eufemismo. Ad meliora.
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