Native North America (Vol.One) ABORIGINAL FOLK, ROCK, AND COUNTRY 1966-1985
[Uscita: 25/11/2014]
USA # Consigliato da Distorsioni
Anni luce lontano da un disco new age artificialmente rivolto ad un mondo romanticamente “indiano” “Native North America (Vol.One): Aboriginal Folk, Rock, and Country 1966-1985” è invece il magistrale prodotto di quasi trent’anni di lavoro sul campo a cavallo del confine fra USA e Canada fatto dal musicologo e archeologo di Vancouver Kevin “Sipreano” Howes. Il risultato è incredibilmente interessante: trentaquattro canzoni figlie di dischi introvabili e fuori dal circuito ufficiale. Native North America (Vol.One): Aboriginal Folk, Rock, and Country 1966-1985 non vuole essere soltanto un salto dentro un parziale riscatto culturale dei Nativi Americani a cui è stata tolta per quattro secoli con la forza la propria dignità. E’ una vera mappa storica di evoluzione della musica stessa: nel disco possiamo ascoltare tra l'altro il Garage Rock artico dalla regione del Nunavik, il melanconico Yup’ik folk dell’Alaska ed il fumoso Country & Blues dalla riserva Wagmatcook First Nation in Nova Scotia.
Echi di Neil Young, Velvet Underground, Leonard Cohen, Creedence Clearwater Revival, Johnny Cash ma ciò che colpisce è che la coscienza dei nativi americani ha saputo trasformare queste radici musicali tanto da immetterle dentro il grande albero della loro cultura. Fra le moltissime canzoni dei Nativi Americani quelle del Folk Rock rivolto alla musica sacra, Son of the Sun, Sky man and the Moon e Spirit Child. Quindi songs più strettamente “politiche” che riflettono le difficoltà e le ricchezze dell’identità “india”: Kill’n your Mind, I pity the Country, Call of the Moose. Diverse sono in lingua madre (N’Doheeno. Mistashipu, Tshekuan Mak Tshetutamak) o semplicemente riflettono in tutto e per tutto il folk a stelle e strisce come Silver River o Birchbark Letter. Un ritorno alle radici con un doppio album denso di sensazioni, cultura, poesia, politica, visioni del divino nella natura.
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