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30 Novembre 2023 ,

Marco Cantini Zero Moltiplica Tutto

2023 - Radici Music
[Uscita: 30/11/2023]

Non è la prima volta che parliamo di Marco Cantini, cantautore toscano, da sempre ai margini del music business, poco conosciuto, persino nella sua Firenze, non per scelta ma perché propone un modo di fare canzone che nel nostro paese in rovina pare decisamente abbandonato, senza via di ritorno. Del resto, i suoi ascolti giovanili comprendevano il meglio della nostra musica dei settanta, De André, Guccini, De Gregori e Lolli, forse il più grande di tutti, di certo il più sottovalutato. Tutto questo lo abbiamo già scritto in precedenza ma vale la pena ribadirlo nuovamente. “Zero Moltiplica Tutto” è il suo quarto disco e si stacca musicalmente dai due precedenti lavori, gli splendidi concept-album , “Siamo Noi Quelli Che Aspettavamo”(2016)   e la “Febbre Incendiaria”(2018), passati senza colpa ferire fra la maggioranza degli ascoltatori, come avevamo pronosticato nelle precedenti recensioni. Una sorta di trilogia dedicata ai Vinti e agli Oppressi. Il nuovo progetto ha un suono decisamente più pieno, più rock oseremmo dire, i musicanti sono sempre gli stessi e ci togliamo il pensiero citandoli subito. Riccardo Galardini, chitarra, Fabrizio Morganti, batteria, Lele Fontana, tastiere, Gianfilippo Boni, piano, Lorenzo Forti, basso, Questa la squadra base ma ci sono anche Francesco Moneti, violino Claudio Giovagnoli (sax tenore/soprano, Carlotta Vettori, flauto traverso), Andrea Beninati, violoncello ed arrangiamento archi, Roberto Beneventi (fisarmonica) e le bravissime coriste  Priscila Helena Boaretti, Silvia Conti e Serena Benvenuti. È stato registrato esattamente un anno fa nello studio pratese DPoT Recording Arts grazie alla conduzione sicura di Fabrizio Simoncioni. Il disco ancora una volta è magnifico, per quello che abbiamo ascoltato nel 2023 si pone fra i migliori in assoluto, quantomeno a livello maschile, dall’altra parte “Spira” di Daniela Pes sembra aver fatto la differenza. Parlavamo di un modo di approcciarsi al metodo canzone cantautoriale d’altri tempi, in senso positivo, con spirito politico e una perfetta  conoscenza storica dei fatti del nostro paese, ma non solo del nostro, una cosa sconosciuta ai suoi colleghi musicisti, che probabilmente ritengono superflua inserirla e approfondirla nei loro testi. Vorremmo fermarci un momento e chiedervi chi, nel 2023, in piena era tecnologica, cita nei suoi versi Kerouac, Hemingway, Verlaine, Picasso, Apollinaire, Dante, Pablo Neruda, Joyce, Salgari. E non sono mai lì messi per caso. Alla stessa maniera del miglior Claudio Lolli il disco si apre e si chiude con la stessa canzone, la splendida Il Declino (introduzione e conclusione), un pezzo che non smetteresti mai di ascoltare anche se il suo scheletro letterario non è certo allegro, citiamo “poi il fumo e il gas corrompono il respiro, nel viso insanguinato ti ritrovo solo, mentre mi dici “comunque vada l’hanno sempre vinta loro”. Questa prima parte è per lo scrittore Stefano Tassinari, bellissimo e memorizzabile il refrain finale, ripetuto due volte, con l’intervento al sax di Claudio Giovagnoli sulla scia del Danilo Tomasetta del Lolli zingaresco. Modigliani è in pratica una lettera mai scritta all’amico Maurice Utrillo e alla sua Jeanne, segue Ballon D’Essai con riferimenti alla violenza  dei giorni nostri, agli odiatori seriali dei social e quelli reali per le strade, senza nessun futuro e scopo nella vita. Quello che segue è la canzone più atipica e rappresentativa dello stile di Marco Cantini ma allo stesso tempo una delle sue migliori, musicalmente parlando. A fronte dei primi tre minuti che lasciano pensare a una song tranquilla appare come per magia uno spettacolare break chitarristico di Riccardo Galardini da lasciare senza fiato. Pezzo spettacolare ma non è il solo, qui ci sono ancora cose belle da raccontare. Flora Tristan era una femminista e scrittrice socialista di padre peruviano e madre francese. C’è tanta tristezza nelle sue parole “ma ho perduto Lima, nel commiato di un mattino. Per la libertà. Per un libero pensiero. Se sangue del mio sangue qui crescerà certo ora non immagino che sarà senza patria come me. Sarà un uomo. Sarà Paul Gauguin”, Flora infatti era la sua nonna che però non ha mai conosciuto perché Paul Gauguin venne alla luce quando lei era già morta. Ci sono ancora Fiori, Aventino e in mezzo a queste due la bellissima Milionari Di Lacrime, titolo da brividi, ma potrebbe pure intitolarsi 'Canzone per Pablo Neruda', lo scrittore cileno, esule, noto per le sue celebri poesie ma pure per le lotte antifasciste, a cominciare da quella della guerra civile spagnola, raccontate nel poema La Spagna Nel Cuore (1937), dove si esalta lo spirito di resistenza del popolo antifranchista. Milionari Di Lacrime ha una melodia che ti spinge davvero al pianto, quantomeno se dentro di te albeggia ancora un cuore, un sentimento civile e di giustizia : “poi la legge incarcerò gli assaliti, gli assalitori tutti impuniti. Ma solitario navigai nel caotico fiume dei libri. Nella poesia mi rifugiai con la ferocia dei timidi. Alle più nere stagioni. Con una croce su un milione di morti. E oscure prigioni”. La forza di Marco Cantini, a differenza della stragrande maggioranza dei cantautori, non solo quelli del nuovo millennio, è che nei suoi testi non va direttamente al sodo, alla parola o il verso che tutti possono facilmente interpretare, cerca di usare metafore e allegorie, proprio alla maniera dei vari Lolli, De Gregori, Guccini e De André che citavamo in apertura. Un privilegio riservato ai migliori, il Fiorentino lo è ma molti non lo sanno. Camminando E Cantando è una canzone del 1968 del brasiliano paraiba Geraldo Vandrè, pure lui esiliato, si chiamava Pra não dizer que não falei das flores. I lettori più vecchi ricorderanno la versione italiana di Sergio Endrigo, proposta a Canzonissima '68, lui racconta che non avendo speranza di passare il turno scelse qualcosa che gli piaceva molto. Lo stesso deve avere pensato Marco Cantini che presenta una versione rigorosa, con un finale in lingua portoghese decisamente riuscito. La Sentita Madre è talmente personale che si fa fatica a parlarne, ci conduce per mano alla fine dell’album con i cinque minuti de Il Declino (conclusione), stavolta la protagonista è una donna e il finale non può che essere nuovamente senza speranza : “Ancora qui mi sembra di incontrarti. Davanti a un totem che ora non c'è più. Mentre nascondi il viso tra le mani.
E imprechi sullo Stato. Che un'altra volta ha ucciso senza pena. Un cuore che va in gola non riscende giù”. “Zero Moltiplica Tutto” è un album bellissimo, si fa fatica a definirlo pessimista, riflette solamente la realtà attuale ma soprattutto il passato pieno di ombre, delitti, impunità e voglia di prevalere dei potenti sui più deboli, sugli oppressi, una verità che alberga nuovamente nel nuovo infausto millennio. Resta da dire dell’impeccabile (nuovamente!) lavoro grafico dell’album, con una bella copertina opera del pittore Gianni Dorigo e un ricco libretto interno con tutti i crediti e i testi, fondamentali per un album come questo. Perché Marco Cantini è uno alla vecchia maniera, non farebbe mai uscire un disco solo in digitale, perché l’oggetto fisico fa più sentire un senso d’appartenenza al lavoro compiuto. Per questo dobbiamo ringraziare gli splendidi Aldo e Stefania di Radici Music, label indipendente fondata nel 2000 che ha un catalogo di tutto rispetto, fossi in voi approfondirei la cosa. Quello che appare lampante è che teoricamente “Zero Moltiplica Tutto” è l’album di Marco che meglio si adatterebbe a una bella resa live, magari con la formazione titolare al completo, operazione difficile in un epoca di tristissime (e richiestissime!) cover e tribute band. Chi vivrà vedrà. Il disco esce sul tramonto del 2023, poco importa, per Distorsioni sarà fra i dischi più profondi e importanti dell’anno poi sarà la curiosità o il passaparola a farlo conoscere.

Voto: 8.5/10
Ricardo Martillos

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