Migliora leggibilitàStampa
24 Aprile 2015 ,

Album Covers Stories: Mati Klarwein Santana: Abraxas

1970 - CBS

abraxas“Il pittore sconosciuto più famoso del mondo”. Così ironizzava su se stesso Abdul Mati (Matias) Klarwein quando affermava di aver visto riproduzioni del suo dipinto più noto “L’Annunciazione” nei luoghi più disparati del globo tra i quali il salotto della Duchessa di Bedford in Inghilterra, la capanna di uno sciamano del Niger, nel camion giamaicano di una gang di trafficanti di ganja e persino in una puntata del serial televisivo Miami Vice. In effetti la pur ricchissima carriera artistica non lo fece mai assurgere al rango di superstar anche se, come vedremo, la sua visionaria vena pittorica ha avuto molti estimatori e ammirati cultori. Mati Klarwein, ma chi era costui? Per quanto ci riguarda è il pittore autore della copertina di "Abraxas", secondo imprescindibile album dei Santana del 1970, guarda caso proprio quell’Annunciazione che pur riprodotta in migliaia di versioni non arrecò mai grande guadagno al suo creatore. Klarwein nasce ad Amburgo nel 1932 figlio di un noto architetto ebreo polacco (suo è il progetto de La Knesset il palazzo del parlamento israeliano) e di una cantante lirica tedesca ma la terra natia viene ben presto abbandonata per sfuggire alle persecuzioni del nazismo e la famiglia si trasferisce prima in Palestina dove Mati si innamora del mondo arabo e poi in Israele dove inizia i suoi primi studi artistici. Nel 1948 Klarwein ha diciassette anni quando si trasferisce con la madre a Parigi indiscussa culla dell’arte europea. Qui dopo aver aggiunto Abdul al suo nome poiché come egli afferma si sente ebreo e tedesco ma con un’anima e un cuore arabi e africani, studia con Fernand Léger che lo introduce al surrealismo e alla conoscenza di Bunuel e Dalì. 

 

Mati Klarwein 2Di quest’ultimo, poi conosciuto personalmente, Mati Klarwein racconterà gli eccessi e le stravaganze sessuali in un libro di discreto successo "Opere 1959-1975", ora irreperibile tranne alcune copie collezionistiche in vendita a prezzi esorbitanti. Nel periodo parigino il futuro pittore si sposta spesso in Costa Azzurra dove si ritrovano i vip del momento e dove si cimenta come ritrattista ritraendo tra gli altri Brigitte Bardot e David Niven, ma è negli anni sessanta che Klarwein assetato di nuove conoscenze e di nuove avventure si sposta a New York città dei nascenti fermenti artistici dove il suo misticismo innato e il simbolismo surrealista che ne consegue si sposano con la psichedelia e con la cultura delle droghe allucinogene creando l’impasto pittorico etnico e Bitches_brewvisionario che lo renderà conosciuto e apprezzato. Mati Klarwein in quei giorni conosce il guru del LSD Timothy Leary, Jimi Hendrix, del quale dipinge un famoso ritratto, riesce persino a ritrarre il presidente Kennedy (e la moglie Jackie) prima della sua morte e realizza la sua prima copertina di dischi, quella di "Bitches Brew" commissionatagli appositamente da Miles Davis nel 1969. E’ il periodo più creativo: Mati dipinge incessantemente i suoi quadri etnomistici dove si intersecano il paganesimo, il cristianesimo, l’erotismo, il culto dei morti, il simbolismo, il surrealismo, l’etnico, il sacro e il divino. Realizza opere importanti come il Santuario Aleph, un tempio cubico dedicato a tutte le religioni del mondo formato da sessantotto dipinti ispirati alla Bibbia e ad altri libri sacri. 

 

Oltre a una Crocifissione che farà molto discutere per i suoi contenuti considerati, da alcuni, irriverenti, c’è anche L’Annunciazione dipinto nel 1961 che, notato nove anni dopo da Carlos Santana, (un altro che di misticismo se ne intendeva) finirà sulla copertina Mati Klarwein - L'annunciazionedi Abraxas. Abraxas, citato anche da Hermann Hesse nel romanzo Demian, è un’entità esoterica corrispondente al primo dei 365 cieli a cui aspira l’uomo nella sua sete di spiritualità e questo nome, che titola l’album, si coniuga con l’esoterismo simbolista proposto nell’immagine. Una donna di colore si sta, forse, risvegliando all’annuncio portatele da un angelo/donna, tatuato e calvo, a cavallo di un may-09-14118tamburo, simbolo della comunicazione tra i popoli fin dalla nascita dell’uomo, una candida colomba, emblema di pace, copre il grembo della donna nuda con un contrasto violento di colori. L’annuncio non è quello della nascita di un essere vivente, ma di una spiritualità imprescindibile, di un avvento prossimo venturo che migliorerà la vita degli uomini sul pianeta Terra indicando la strada mistica per raggiungere un altro livello di coscienza che conduca alla conquista dell’empireo, di qualsivoglia paradiso o di un universo di luce. Ma tutta la ricca e fastosa simbologia etnica e visionaria che pervade questa immagine sarebbe da analizzare a fondo e da comprendere.

 

Il girasole, emblema dell’abbondanza e della fecondità, la pagoda asiatica, quel mezzo sole che sole non sembra, le tre coriste africane a guisa di Re Magi dietro all’uomo sorridente con cappello e moderni occhiali da sole, fiori, frutta, candele, oggetti, niente è stato messo a caso e men che meno quel dito indice della mano destra dell’angelo eric_dolphy_iron_man-cell5015-1196950167puntato verso il cielo ad indicare un misterioso simbolo inintelligibile che staziona immobile nell’aria come una sorta di Spirito Santo gnostico, portatore e dispensatore di conoscenza o forse come una visionaria versione dell’esoterico Aleph termine che significa “inizio di tutte  le cose”. Mati Klarwein proseguì, sempre con il suo stile mistico e simbolico, a produrre ancora molte copertine di dischi per decine di musicisti tra i quali citiamo gli Osibisa, John Hassell, Earth, Wind and Fire, Buddy Miles, George Duke, Gregg Allmann, Eric Dolphy, Miles Davis, Bill Laswell, Michael Shrieve e molti altri. Negli anni ottanta si ritirò, senza interrompere l’attività artistica, in un piccolo villaggio sull’isola di Maiorca, fino alla morte sopraggiunta nel 2002 per un inguaribile Mati Klarweintumore. Tra le curiosità legate alla copertina di Abraxas vi sono quella che il pittore e Carlos Santana non si incontrarono e non si conobbero mai, che la donna di colore ritratta era l’allora fidanzata di Klarwein, mentre l’uomo con cappello e occhiali da sole sarebbe un autoritratto dello stesso pittore. Il dipinto originale scomparve nel nulla, Klarwein non ne seppe più niente fino a scoprire che era stato acquistato da un ricco e nobile marocchino appartenente alla cerchia reale per una cifra molto alta senza che lui ci guadagnasse nulla. Prima di morire le sue ultime parole furono: “C’è stato il periodo in cui ho sognato di sesso, c’è stato quello in cui ho sognato di droghe, d’ora in poi sognerò di Luce”.

Maurizio Pupi Bracali

Video

Inizio pagina