Jon Savage's 1966 - AA. VV.: Georgie Fame... - Link Wray - Krautzone Antologie, Box, Ristampe
AA. VV. - JON SAVAGE'S 1966, THE YEAR THE DECADE EXPLODED
Uscita: 6 Novembre 2015, Ace Records, 2 CD
Escono in contemporanea il nuovo libro di Jon Savage e quella che ne è la complementare colonna sonora. Non abbiamo ancora letto il primo ma ascoltandone la sua versione audio, è facile capire come Savage, con la perizia che lo contraddistingue, sia andato a scavare non solo superficialmente in uno degli anni-chiave della pop music. E’ l’anno in cui la musica giovane invade il mondo trascinandosi dietro una rivoluzione di costume che, cavalcando l’onda emotiva del boom economico e l’ottimismo prodotto dal ritrovato benessere della classe media, rivitalizza la cultura europea e nordamericana. E’ musica carica di energia. Spavalda, schietta, fiera, positiva, audace, allusiva, giovane. Se il libro racconta sequenzialmente gli eventi di quell’anno fatidico scegliendo una canzone per ogni mese del calendario, questa doppia raccolta ne mette in fila addirittura il quadruplo, con ben quarantotto canzoni pubblicate tra il Gennaio e il Dicembre dell’”anno in cui il decennio esplose”. Alcune molto famose (I Got You, Substitute, Barefootin’, You’re Gonna Miss Me, Summer in the City, I’ll Be YourMirror, Land of 1000 Dances, I Can’t Turn You Loose, 96 Tears, Reach Out I’ll BeThere, You Keep Me Hangin’On), altre meno (The Quiet Explosion, One of These Days, Do You Come Here Often?, Come On Back, Love at Psychedelic Velocity, People Let’s Freak Out, In the Past), tutte ugualmente umorali e necessarie per definire gli ampi margini della musica di quell’anno. In attesa di poterlo riascoltare con cognac e sigaro a portata di mano e libro sulle gambe mentre fuori esplode non più un decennio d’amore ma tutto l’odio del mondo, "Jon Savage’s 1966 – The Year The Decade Exploded" arriva a deliziarci con la musica di un’epoca sempre ricca di fascino e carica di quell’aria di libertà cui forzatamente ci stanno costringendo a rinunciare.
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AA. VV. - Georgie Fame Heard Them Here First
Uscita: 6 Novembre 2015, Ace Records, 2 CD
Georgie Fame rappresentò, all’interno della scena mod inglese dei mid-60’s, l’aspetto meno aggressivo e violento di tutto il fenomeno. Il recupero della musica nera che fu una delle prerogative della scena Londinese di quel periodo sfociò, nella musica del pianista del Lancashire, non solo nella rivisitazione dei classici soul della Motown e della Atlantic ma nella rielaborazione di molto jazz orchestrale e del calypso e bluebeat giamaicani. Rielaborazione che, come dimostra questa bella raccolta di matrici pubblicata nella collana Heard Them Here First della Ace, non si discosta quasi per nulla, musicalmente e a volte persino vocalmente, dalle versioni che Fame divulgò al pubblico inglese del Flamingo e degli altri club “in” della Swingin’ London. Ecco perché chi ama lo stile elegante del musicista inglese si troverà perfettamente a suo agio dentro queste venticinque canzoni spesso del tutto sovrapponibili alle versioni ascoltate sui suoi dischi. Yeh-Yeh! (Lambert, Hendricks & Bavan), Get on the Right Track Baby (Ray Charles), Monkeying Around (William Bell), Sweet Thing (Spinners), Pride and Joy (Marvin Gaye), Soul Stomp (Eral Van Dyke), Shop Around (Miracles), I Love the Life I Live (Mose Allison) e tutte le altre fanno bellissimo sfoggio di sè e costituiscono un omogeneo e piacevolissimo tuffo nella musica dei primissimi anni Sessanta e del decennio precedente.
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Link Wray - 3-TRACK SHACK
Uscita Ristampa: 11 Settembre 2015
Ace Records, 2 CD
Dopo il rumoroso tour con i Raymen lungo la costa est degli Stati Uniti, Link Wray sente l’esigenza di riposarsi e mettere a tacere il fuzz che lo ha reso famoso. Si ritira quindi nel ranch del fratello Vernon a respirare l’odore dei campi. La sera, sfinito ma soddisfatto del lavoro, mette le mani sulla sua chitarra folk e improvvisa un repertorio che della terra conserva intatto il profumo. Il fratello, piacevolmente incuriosito da quelle canzoni, improvvisa un minuscolo studio di registrazione nel pollaio e invita Link a registrare quei brani scritti assieme al percussionista Steve Verroca. Viene fuori così la trilogia di album raccolti su "3-Track Shack" pubblicati tra il 1971 e il 1973 (dopo un tentativo fallito di approdare alla Apple dei Beatles, NdLYS) su Polydor e Virgin che rappresenta un decisivo taglio con il sound ribelle dei Raymen e che si abbandona definitivamente ad un abbraccio con la musica delle radici. Country, blues, folk. Musica acustica, docile, onesta su cui Link adesso non ha nessuna remora a cantare o ad affidare il compito ai suoi fidati musicisti. In uno spirito del tutto nuovo che lo avvicina ai capolavori di Van Morrison e degli Stones campestri. Dischi che spiazzano il pubblico del musicista di Dunn, secondo le previsioni (e la volontà) degli stessi fratelli Wray e che invece sono avvolti da una pellicola di bellezza taumaturgica. Piccoli vagoni che attraversano la campagna americana senza aggredire il territorio, in processione discreta e riguardosa. Il potere annichilente delle prime registrazioni è ovviamente un ricordo lontano e dentro questi dischi si respira la stessa aria di quiete che Link aveva cercato rifugiandosi nella fattoria del fratello.
Ascolta Fallin' Rain Fire and Brimstone Juke Box Mamma
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Krautzone - THE COMPLETE WORKS
Uscita Ristampa: 15 Luglio 2015
Sulatron Records, 2 CD
Lunghissime intercapedini di suoni spaziali, come vuole la grande tradizione dei cavalieri spaziali germanici. Del resto il nome scelto dall’ensemble teutonico non lascia adito a dubbio alcuno. Sintetizzatori, chitarre e percussioni che rincorrono la vibrazione cosmica per sette, nove, undici, tredici, ventuno, quarantaquattro minuti. Tutti gli esperimenti finora messi su disco da Krautzone sono ora raccolti su questo doppio cd, "The Complete Works", con sette infiniti “raga” spaziali. Non sappiamo se tutte le frequenze tirate fuori dagli strumenti siano a noi percettibili. Ma quelle che lo sono, diventano di per sé un inesauribile spinta al viaggio extrasensoriale. Sono tappeti sonori che si srotolano senza alcuna impazienza, come mossi da mani che hanno già ripudiato la frenesia terrena che sfama senza saziare. Ipnosi e trance psichedelica sembrano gli unici canali emozionali concessi. Musica come fuga e vortice energetico, in zona crauta, ovviamente.
Ascolta Krautzone: "Spiritual Retreat"
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