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13 Settembre 2012

Gasparazzo OBIETTIVO SENSIBILE

2012 - Autonomix/Venus/Libellula Music

GasparazzoL’impatto è folgorante. Sembra di essere travolti da un remake creativo di Fingerprint file degli Stones. Ma trattasi di Ritratto deforme, brano che apre il terzo disco di una band emiliana che da sempre miscela con gusto energia, creatività, poesia e impegno civile. I Gasparazzo tagliano ancora con Pick Up. L’effetto è ancora più straniante. Stones, Zeppelin o cos’altro? La voce di Alessandro Caporossi ricorda molto quella di Pau dei Negrita e il sound facilita il transfer. C’è entusiasmo. C’è sensualità. Nulla è rinnegato, ma tutto è portato a maturazione. Bello il risultato d’insieme con voci e chitarre di grande groove. Frutti tropicali e L’attesa sono inebriante funky/rock. Generoso Pierascenzi si dimostra axe-man evocativo e incisivo. C’è rock nelle vene di questi ragazzi emiliani che nel 2003 diedero vita a una creatura che, in breve, riuscì a coinvolgere nella propria avventura schiere di fans.

 

Rotolando verso nord anche gli addetti ai lavori si accorsero di loro. Concerti in Germania, Austria. Sonorizzazioni per produzioni teatrali e cinematografiche. Nel 2007 il primo album, “Tiro di Classe”. Acerbo forse, ma che già conteneva, in nuce, i frutti di una semina ubertosa. Nel 2010 ecco “Fonostorie” e il libro/DVD “Sabbia e Libertà” che porta la band in Africa, dove d'altronde era già di casa e amata. Incontri in campi profughi, concerti, produzioni audio e video con musicisti del luogo. Ma è con questo ultimo “Obiettivo Sensibile” che il gruppo si esprime finalmente libero da condizionamenti. La Danza di Dioniso incanta con gli arazzi sonori tessuti dalla mano ispirata di Generoso e dall’ugola jaggeriana di Alessandro. Le antiche reminiscenze reggae trovano compimento nella splendida Madri de Placa de Majo. Lorenzo Lusvardi e Marco Tirelli avvolgono e guidano ritmicamente con maestria e puntualità.

 

Sarà pure solo un’impressione, ma c’è molto dei migliori Stones in questa musica. Non i riff assassini, non la gioiosa prepotenza, ma la classe e il mood sì, la facilità di un potenziale hit, la sensuale capacità di passare dalle orecchie al cuore. Ascoltate Al Conero e godete. Tina, Tornerai non fanno che confermare quest’impressione. Un suono molto fisico, ma non rozzo, tutt’altro. Registrato in presa diretta in una meravigliosa location: ex fabbrica, enorme, non troppo alta. Sovraincise le parti acustiche e le sapienti carezze elettroniche. Editing ridotto all’osso “per non snaturare la bellezza dell’imperfezione”. Ma c’è poco, davvero poco da discutere. È un bel disco? No. È un disco superbo. Serenata alla notte scivola veloce e sinuosa come un gatto lasciando il ricordo di fusa che non dimenticheremo mai. Melodia chiude con soffusa eleganza, echi di Willy De Ville… Un disco da antologia.

 

 

Maurizio Galasso

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