Soundadalick NERO
Italia
“Nero” può essere definito come l'iperbole sonora di un confronto estemporaneo in cui ciascun elemento si muove verso una propria autonoma direzione e l'incontro avviene in un punto ipotetico al di fuori del piano. La musica dei Soundadalick scivola su una superficie aeriforme e avviluppa la presa d'ascolto in maniera spontanea. L'improvvisazione è radicale ma non per questo estrema. Ogni strumento ha la sua maniera pacata di stare e a tratti si sovrappongono leggeri mantra orientali ripetuti e semoventi.
L'elettronica qua e là fa da collante all'organico che sarebbe a tutti gli effetti un quartetto di matrice jazz (i fiati di Bruno Romani, contrabbasso di Fred Casadei, chitarra e tastiere Andrea Leone, batteria Andrea Pecchia) ma che tende all'esplorazione ardita sul momento più che alla continuità della forma. Nella seconda parte la sperimentazione sembrerebbe comunque avvicinabile a quella ossimorica moderno-primitiva di Sun Ra dentro una commistione di arbusti floreali urbani. Nel complesso, sembra di assistere a un rituale atavico celebrato in maniera irrituale.
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