VV.AA. KRISMA – CHYBERNATION: CD+ Book
Pubblicato già come release digitale nel novembre 2009 per la Dischi Strambelly del dj/producer Joyello Triolo, curatore dell’operazione, questo tributo all’opera di Maurizio Arcieri/Chrisma/Krisma/Ex Voto/Opera Punk esce fortunatamente nel 2011 in formato fisico, lasciandoci una testimonianza incredibile del lavoro svolto dai coniugi Arcieri dalla fine degli anni ’60 fino alla fine degli anni 2000. Il package elegante in formato A5 ed il booklet ricco di informazioni rappresentano i punti di forza di questa operazione, mentre il CD in sé presenta diversi momenti di debolezza, anche a causa della presenza di nomi non troppo affermati. Il libro è interessantissimo: si parte con una introduzione sui Krisma a cura del noto critico musicale Luca Frazzi (Rumore, Rockerilla, Buscadero), seguita da una lunga intervista realizzata da Joyello, in cui si racconta tutta la storia dalla fondazione dei Chrisma, al periodo punk londinese, dalla collaborazione con i fratelli Nico & Vangelis a quella con Hans Zimmer a Londra, della breve (e disastrosa) collaborazione con Martin Hannet (produttore della Factory di Joy Division, New Order, A Certain Ratio, Section 25 e tanti altri) a quella con Peter Maben (sound engineer di Depeche Mode, Soft Cell, Blancmange, The The e tanti altri) in quel di Hilversum in Olanda, dalla collaborazione con Arto Lindsay (DNA/Lounge Lizards) e con la Atlantica New York fino alle musiche per la televisione (dalle sigle di Be Bop a Lula di Red Ronnie su Italia 1 alle sonorizzazioni per Fuori Orario di Enrico Ghezzi su Rai 3).
Nell’intervista si evidenziano anche i momenti di delusione del duo nei confronti dell’industria discografica italiana fino all’abbandono delle scene nel 1989 per dedicarsi interamente alla TV satellitare, in principio come semplici fruitori (1990) e subito dopo come autori di brillanti format notturni per Rai 3, prima come curatori della prima edizione di Pubblimania (1991) e poi con la trasmissione culto estiva Sat Sat (dal 1992 al 1996) fino alla creazione di KrismaTV nell’estate del 1998 e al ritorno sulle scene musicali nel 2001 con collaborazioni con JT Vannelli, Subsonica, Battiato e tanti altri della scena underground italiana. Alla lunga intervista segue una bio-discografia critica interessantissima a cura di Joyello Triolo, una scheda tecnica contenente i crediti dei brani inseriti nel CD ed una ricca rassegna stampa a chiudere il volume. Pur avendo scremato “the best from the rest” rispetto alla lunga edizione digitale della compilation-tributo, quello che resta nel CD non sempre è di buona fattura. Iniziando con i pezzi inediti (o quasi) dei coniugi Arcieri: le due versioni di La Forza Mia, cover di Marco Carta realizzata in soli quattro giorni dopo la vittoria del Festival di Sanremo nel febbraio 2009 per la trasmissione Chiambretti Night sono assolutamente affrettate e discutibili. Opera Punk di Arcieri (qui presente però con il nome Krisma) è un pezzo già noto ai completisti della discografia dei Krisma in quanto pubblicato digitalmente già alla fine del 2008. Nel tentativo di realizzare un crossover tra punk e techno il risultato lascia alquanto a bocca asciutta.
Di sicuro un brano così avrebbe fatto saltare tutti in aria nel 2001/2002 e non nel 2008/2009, né tantomeno nel 2011, anno in cui l’elettronica è andata avanti in maniera spaventosa. Ottima invece la live version di Samora Club (da “Clandestine Anticipation” del 1982) fatta dai Machina Amniotica nel luglio 2002 con ospiti i Krisma alle voci. Atmosfere orientaleggianti, suoni elettronici minimali, bassi e chitarre tra il postpunk e la new romantic caratterizzano uno dei migliori episodi, se non forse il migliore, della compilation. Tra le tante cover di nomi più o meno noti spiccano l’ottima Skyline (da “Iceberg” del 1986) fatta dagli americani Red Flag (attivi già dagli anni ’80) in chiave future pop, ridando giustizia ad un brano ormai dimenticato e rendendolo adatto ai dancefloor più alternativi, allo stesso modo in cui gli italiani Xelius Project riadattano per il dancefloor Telegram (da “Cathode Mamma” del 1980) in chiave techno-kraftwerkiana, seguendo il percorso tracciato a metà anni 2000 dal combo di Dusseldorf. Molto buona anche se abbastanza fedele la Nothing To Do With The Dog (da “Fido” del 1983) degli Antiquark di Ant Dakini e Sergio Ordonez, un’ottima alternativa alla versione originale. Già conosciuta (ed apprezzata) la Many Kisses (da “Cathode Mamma” del 1980) in versione punk fatta dai XX Century Zorro di Miss XoX (voce) e Teho Teardo (chitarre), punkettoni coevi dei Chrisma (con il Ch) e già pubblicata negli anni ‘80.
Altra cover degna di nota è quella di Vetra Platz (da “Hibernation” del 1982) rifatta in chiave folk rock dagli italiani Stardog i quali, pur nel rispetto delle atmosfere e dei suoni originali, sono riusciti a conferire elementi di novità e freschezza al brano. Interessanti le cover in chiave elettronica di Water (da “Clandestine Anticipation” del 1982) dei Cosmic Boilers con Andy dei Bluvertigo al sax (piuttosto fedele) e di 5 Minuti e Poi (dell’Arcieri solista del 1968) di Johnny Grieco. Anche la cover di Guardami, Aiutami, Toccami, Guariscimi (cantata da Maurizio Arcieri nel 1970, già essa cover di un episodio dell'opera "Tommy" degli Who) eseguita rispettosamente da Gli Avvoltoi si lascia apprezzare per esecuzione, produzione ed arrangiamenti. Delude Gott Gott Electron (da “Hibernation” del 1979) rifatta da Volvo Tapes alias Enrico Fontanelli, bassista e tastierista/produttore degli ottimi Offlaga Disco Pax (tristemente scomparso nell’aprile 2014), troppo minimale per poter rendere giustizia al singolone dei Chrisma con il Ch. Le altre cover sono trascurabili, così come le sette cover lasciate fuori dal disco per ragioni di spazio su CD (il remix noise di Opera Punk di Arcieri fatto da Arnaldo Pontis dei Magnetica Ars Lab e Machina Amniotica, una brutta cover di Black Silk Stalking dei Chrisma punk del ’77 fatta dal dj/producer Adriano Canzian, un insipido remix di C Rock sempre del ’77 a cura di Joyello Triolo, curatore di questa compilation ed altre). Complimenti a Joyello e ai Krisma e soprattutto alle case discografiche ed editrici che hanno avuto il coraggio e la lungimiranza di investire in un’opera come questa.
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