Allan Holdsworth Tecnica e sperimentazione
1946 - 2017
Frank Zappa lo considerava 'il più grande chitarrista del pianeta'. La rivista specializzata Guitar Player per ben cinque volte lo ha collocato in cima alla sua prestigiosa classifica. Le sue leggendarie sei corde hanno attraversato mezzo secolo di storia del jazz-rock, del progressive, dell'art-rock e soprattutto della sperimentazione. Si perché, se è vero che la sua tecnica di esecuzione era stupefacente altrettanto incredibile era il suo approccio alla ricerca sonora, allo studio degli strumenti, all'innovazione nel mondo delle sette note.
Il 15 Aprile ci ha lasciato inaspettatamente all'età di sessantanove anni Allan Holdsworth, talentuoso chitarrista inglese legato indissolubilmente a capitoli fondamentali del rock anni settanta, in virtù di monumentali partecipazioni ad album-manifesto della corrente jazz-rock/prog e della realizzazione di ben undici album da solista.
Nato a Bradford nell'agosto 1946, Holdsworth è considerato, a ragion veduta, uno dei padri della fusion; a cavallo degli anni settanta-ottanta i suoi articolati accordi ed i suoi labirintici assoli hanno segnato indelebilmente produzioni targate Soft Machine (“Bundles”, “Land of Cockayne”), U.K. (“U.K.”) , Pierre Moerlen's Gong (“Gazeuse!”, “Espresso II”), Nucleus (“Belladonna”), Tempest (“Tempest”) nonché quelle di prestigiosi artisti come Bill Bruford (“Feels good to me” e “One of a kind”), Jean-Luc Ponty (“Enigmatic ocean” e “Individual choice”), Gordon Beck (“The things you see”) e Stanley Clarke (“If this bass could only talk”).
Dopo il debut-act solistico “Velvet darkness” del 1976, nel corso degli anni ottanta, Allan ha condotto ampi studi e ricerche nel campo dell'elettronica che gli hanno permesso di sviluppare un innovativo midi-controller battezzato Synthaxe, capace di gestire simultaneamente sei sintetizzatori. Con tale apparecchiatura ha così registrato buona parte di due suoi lavori “Atavachron” del 1986 e “Wardenclyffe Tower” del 1992, ma solamente con “Flat Tire: Music for a Non-Existent Movie” (ultima sua uscita discografica del 2001) è riuscito nell'ardua impresa di realizzare un disco da 'one-man band' suonando ogni sorta di strumento. Gli anni duemila sono stati contrassegnati da numerose esibizioni live in Nord America ed Europa.
Con Terry Bozzio, Pat Mastellotto e Tony Levin, Allan ha portato in tour il progetto sperimentale HoBoLeMa mentre con Alan Pasqua, Jimmy Haslip e Chad Wackerman si è esibito in onore del compianto Tony Williams (anche un disco:“Blues for Tony”, MoonJune Records, 2010). In “Quantum” della prog-metal band statunitense Planet X e “The Atacama Experience” del virtuoso Ponty (distribuiti entrambi nel 2007) sono contenute le ultime significative testimonianze della geniale sei corde di Holdsworth. Corde indimenticabili che vibreranno all'infinito.
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