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23 Aprile 2017 ,

Christian Zatta SHIFTING MINDS

23 gennaio 2017 - Autoproduzione

Christian Zatta è un chitarrista svizzero del Canton Ticino dotato di una tecnica sbalorditiva. Nonostante la giovane età, grazie a queste sue indubbie capacità Zatta ha già prestato le dita a numerosi progetti musicali. Ed eccolo approdare alla prima autoproduzione di un lavoro tutto suo, Christian Zatta & The Shifting Minds. Un album d’esordio maturo, intelligente e ben scritto dove è ovviamente (ça va sans dire) la chitarra a farla da padrona; questo, sia chiaro, senza sottovalutare il pregevole lavoro di arrangiamento svolto dagli altri tre elementi della band: Alessandro Fiore (tastiere), Florian Bollinger (basso) e Nicolas Struchen (batteria). Nove tracce interamente strumentali per oltre 50 minuti di musica che veleggiano in un delizioso equilibrio tra jazz-rock, progressive rock e metal-prog, su coordinate che ovviamente “shiftano” (come dice il nome della band) tra Liquid Tension Experiment, Steve Morse Band, Joe Satriani, i misconosciuti e sottovalutati Gamalon e persino echi delle rare produzioni strumentali dei Toto.

 

Se la partenza energica di Almost 7 ben rappresenta l’anima metal-prog della band, i delicati barocchismi di New Vision costruiti su intrecci dal sapore quasi “rinascimentale” di basso, pianoforte e una chitarra dalle sonorità più pulite possono evocare l’evidente parentela dell’intero progetto con il prog-rock più classico. E c’è persino qualcosa di post-genesisiano, legato all’opera solista di Hackett ma anche di Anthony Phillips, nell’intermezzo acustico Atmosfera, che poi sfocia, dopo un crescendo pianistico, in un brano di notevole complessità, tra stacchi ed escursioni soliste. Un album che sicuramente troverà i suoi massimi estimatori nei musicisti, capaci di apprezzare ogni finezza tecnica tra i mille passaggi elaborati ed articolati che costituiscono l’opera. 

 

Alberto Sgarlato

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