Old Rock City Orchestra THE MAGIC PARK OF DARK ROSES
Terza fatica in studio per gli orvietani Old Rock City Orchestra, che per la prima volta con la formazione a tre pubblicano il concept “The Magic Park of Dark Roses”. Dieci tracce in cui il filo conduttore rimane un progressive rock di straordinaria levatura, che alla lezione dei grandi maestri del genere degli anni ’70 aggiunge contaminazioni blues e hard rock, sonorità sinfoniche e atmosfere psichedeliche. «Un racconto che descrive in chiave allegorica una realtà dialetticamente reale e surreale, crudele e affascinante, colorata di sofferenza e desiderio, polarità che si risolvono sinteticamente solo all'alba di un nuovo giorno, un'alba dorata», scrive la band presentando il disco sulla propria pagina Facebook. Una definizione più che efficace: “The Magic Park of Dark Roses” è un viaggio quasi mai comodo in dimensioni ultra sensoriali, alla ricerca di un sé perduto in una realtà che eccede la comprensione. Il tutto è retto alla grandissima dalla voce semplicemente soave di Cinzia Catalucci, il centro di gravità di tutto questo ambizioso e visionario progetto musicale. Fra tutte le dieci, ottime, tracce spicca l’interpretazione magistrale offerta in The Fall, brano pink floydiano (i riff della chitarra ricordano tanto Time) dove la voce solista si innalza sulle epiche tessiture armoniche. Nota di merito anche per le atmosfere “paniche” della successiva Vision, chiaramente ispirata alla musica celtica. Altra prova maiuscola di questa formazione umbra, ormai capofila della nuova stagione del prog-rock tricolore.
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