Makepop HOW MANY OTHERS
La band torinese Makepop porta in giro questo disco (definito dal frontman Andrea Ciuchetti “fuorviante”) da quasi un anno. A primo impatto il nome del gruppo può trarre in inganno, non è facile descrivere questo bizzarro modo di fare pop: non si tratta di un esatto filone musicale, bensì di un suono che grazie a diverse influenze musicali mescola dance, rock, funk, jazz. Una miscela a tratti soft e in altri esplosiva, che loro stessi definiscono “pop progressive”. Andrea Ciuchetti scrive in inglese dopo aver composto altri brani in italiano in passato, ammette che con l’inglese si sente a suo agio, e soprattutto è libero di sbizzarrirsi, senza sentirsi vincolato. Al primo ascolto colpisce senza dubbio la sua elasticità vocale capace di passare con una facilità disarmante da un falsetto degno del migliore Jimmy Somerville a toni Zappiani (How Many Others); Tiki Tiki è traccia decisamente danzereccia e fresca, quasi esotica. La copertina dell’album parla da sola: un pentagramma con al posto delle note dei punti interrogativi messi apparentemente a caso. E’ l’allegoria delle loro esibizioni, dove l’improvvisazione ha una parte fondamentale. Makepop è fare musica senza etichette.