Angelo Mastronardi NEW THINGS, SAME WORDS
Il pianismo di Mastronardi è un percorso di spostamenti di intensità mutevole che ritorna sui propri passi con lo stesso giro di parole costruito sulle armonie, a ritroso verso il proprio linguaggio originario. Allo stesso modo, con un procedimento inverso tocca luoghi e contesti evocati dai titoli delle tracce per poi addentrarsi in una forma più densa, liberata dai costrutti precedenti con uno spostamento d'accenti e l'ingresso del Fender Rhodes, verso una presa di distanza dai ricordi (e dagli accordi). Fondamentale in questa pulsione che avanza e arretra è il dinamismo dei sassofoni (tenore e soprano) di Emanuele Coluccia, anche interprete esemplare nei temi delle composizioni del leader. La musica si solleva leggermente nei medesimi punti ai quali fa ritorno, per questo non vi è mai una ripetizione ma un linguaggio che con le stesse forme genera in ogni luogo e momento semantiche e spinte emotive differenti. La grande idea (o l'intuizione di fondo) è che, al di sopra di una ricca armonia sottostante, l'immaginazione possa viaggiare sempre utilizzando le stesse parole, spingendosi anche oltre a inventare un linguaggio privo di parole e dunque non codificato, ma non per questo non decifrabile.
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