Franco Baggiani MEMORIES OF ALWAYS
La gigantesca eredità di Miles Davis è una cosa con la quale molti musicisti sentono la necessità di confrontarsi ed è impossibile fare una stima di quanti siano rimasti folgorati dalla sua genialità. Franco Baggiani, talentuoso trombettista toscano da molti anni attivo sia sulla scena nazionale che internazionale, prova a misurarsi con parte di quel percorso caratterizzato dalle 'Directions In Music', nelle quali Davis componeva canalizzando il flusso delle improvvisazioni dei musicisti che aveva scelto al suo fianco. In "Memories of Always" però Baggiani, pur facendo proprie alcune scelte compositive e omaggiando il grande maestro (affatto scontata la rilettura di Black Satin), non sembra voler rimanere schiacciato da una presenza così imponente.
In Ob-session, ad esempio, i richiami al funk suonano meno acidi rispetto a molte delle produzioni di Miles e potrebbero piuttosto provenire dai lavori targati Blue Note di artisti come Herbie Hancock e Grant Green. Sotto il profilo stilistico, la tromba di Baggiani, pur rimanendo fortemente caratterizzata da certi dettami, non rinuncia ad incorporare nella propria espressività ulteriori e benefiche influenze; così non è difficile scorgere l'inconfondibile sagoma di Lester Bowie in un pezzo scuro e interlocutorio come A Series Of Coincidences, tra l'altro uno dei migliori di tutto il disco. A Baggiani va riconosciuto anche il merito di aver optato per degli ottimi musicisti che sembrano condividere con estro gli intenti di quest'album di buona qualità; un album che non si lascia però ascoltare senza che di tanto in tanto si avverta un lieve senso di stanchezza.
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