Downflyers FREQUENCY
Dieci brevi brani in meno di mezz’ora in questo concept album che racconta il conflitto tra suono e silenzio rappresentati da due personaggi antitetici tra loro che si fanno la guerra. Nove canzoni tirate e veloci (arrembante l’apertura con Heartbeat) tranne la lenta ballata Silence che, nonostante i padri putativi citati dal gruppo che pur sono fortemente presenti (Blink 182, Offsprings, Green Day), deve qualcosa ai Placebo dei quali appare l’ombra lunga anche in And His Name is Anthem. Gli altri brani sono, come detto, debitori di quel certo punk rock melodico e più o meno commerciale proveniente dall’America, anche se qualche sfumatura melodico-grunge e Pearl Jam-iana in particolare, affiora qua e là in più di una canzone (vedi Bleeding Skies anche primo singolo e video).
Anche qualche sintetica spruzzatina di elettronica condisce la pietanza sonora dei Downflyers di "Frequency", che pecca di originalità ma che si fa gustare se si apprezzano le influenze citate. Produzione un po’ troppo pulitina per una musica chitarristica sfrenata e figlia del neo punk, ma se si vuole restare apparentati ai gruppi di cui sopra e magari avere anche un passaggio in radio va bene così.
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