Willie DBZ CERCO OSSIGENO
A Prato, in Toscana, esiste una pluriennale scuola rap che ha delineato alcuni percorsi pionieristici del genere per quanto riguarda l’Italia. E uno dei suoi più storici e conosciuti esponenti è Willie Dbz che, nonostante le innumerevoli collaborazioni prestate nel corso del tempo, soltanto ora approda al suo esordio solista e ufficiale. E più che un CD sembra quasi una grande festa, nella quale tutti i nomi più significativi della scena underground rap toscana e non solo, vecchia e nuova, giungono, con le loro rime, a portare omaggio al Maestro, all’amico, al fratello. Tra questi troviamo anche un astro nascente come Daniel Mendoza, già ospitato con il suo recente album sulle pagine virtuali di Distorsioni, ma non solo lui: non staremo ad elencarli tutti, anche perché sono quasi una trentina i nomi che si avvicendano dietro ai microfoni al fianco di Willie DBZ. Oltre ai rappers, tutti i beat sono prodotti da ThaJoker 302, che in Abbassa la cresta e Attimi di lucidità si dedica anche agli scratch, in tutte le altre tracce affidati a TheYoungFader. ThaJoker 302 e lo stesso Willie DBZ sono anche co-produttori artistici del disco e la produzione risulta ben equilibrata, non eccessivamente satura di bassi ma bilanciata in modo “rotondo” con i suoi acuti corposi e non metallici. I punti di forza di Willie sono principalmente due: il primo è senza dubbio la voce. Purtroppo talvolta certi rappers nostrani scivolano involontariamente nella caricatura, offrendo interpretazioni petulanti ed arroganti: vorrebbero sembrare ‘gangsta’, alla fine risultano soltanto ‘tamarri’. Il Dabizzi (questo il vero cognome di DBZ), invece, ha un timbro scuro e soul che svetta, atipico e personale, in un genere dove il rischio del clichè è sempre dietro l’angolo. Peraltro questa voce da black music è ben supportata da arrangiamenti r’n’b che non hanno nulla da invidiare a qualsiasi sound d’Oltreoceano. L’altro pregio sta in quella arguta e tagliente ironia tutta tipicamente toscana: se è vero che il rap è per definizione rabbia, ribellione, disagio sociale, DBZ riesce a denunciare, sì, anche in modo aggressivo, ma è sempre sottile nel pungere con il suo fioretto. Nelle 14 tracce che costituiscono questo “Cerco Ossigeno” alla fine è sempre il pessimo quadro politico italiano attuale a fare da protagonista nei testi del rapper toscano.
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