Antonella Frontani NON È STATA COLPA TUA
E' un romanzo denso quanto breve l'opera prima di Antonella Frontani, dove l'intreccio tra l'amore, il senso della vita, il destino e le convinzioni si scontrano con la cruda (e dura) realtà della Storia. E con le proprie colpe, ritenute mai risolte. Quella di Adele (Dedé nell'adolescenza) è la vicenda di una giornalista di costume che divide la propria esistenza con la figlia Amata (dalla nascita su una carrozzella) e pianista provetta, la vivace Bea (la loro cagnolina domestica, un border collie), con un entourage lavorativo e quotidiano dove le banalità di cronaca e gossip cercano di offuscare i rapporti umani più autentici mescolati a varia umanità. Il registro di scrittura si presenta elegante, impreziosito da un editing con i dialoghi in corsivo, quasi ad evidenziarne meglio i contenuti profondi, nell'ampiezza di un affresco narrativo che copre oltre mezzo secolo, il Novecento e oltre. Il ritmo della narrazione è vivace, con citazioni musicali ampie ed eclettiche (la "Musica dentro", complici gli studi al pianoforte di Amata), da Bach a Lizst, Wagner, Strauss, da Mozart a Beethoven, a Mahler sino agli ascolti contemporanei di AC/DC o Radiohead. Gli strati di questo racconto lungo si riassumono nel passato che riemerge nella quotidianità più monotona o nei ricordi più vividi duri da cancellare: una fuga d'amore a Parigi con Giulio, o l'istantanea di lui che si affaccia ad un balcone sul paesaggio delle Langhe per farla finita.
Neppure l'amica e collega Arianna riuscirà a riavvolgere il nastro del film dei ricordi giovanili di Dedè, così indelebili, tra una lettura "obbligata", mai consolatoria, di Camus o Victor Hugo, di Stendhal nella "Certosa di Parma" o del capolavoro di Arthur Schnitzler, "Il ritorno di Casanova": è qui che emerge l'amore per i classici e la loro fondamentale importanza per costruire qualunque conoscenza dell'attualità. Il nucleo esistenziale di Adele si svela prima con l'incontro-intervista di Pietro, un anziano sopravvissuto dal lager di Mauthausen, che le rivela il suo passato di internato da cui ha tratto esperienze di vita straordinarie quanto tremende: come l'incontro con Emma, un rapporto consumato troppo presto e ripreso dopo da cui sarebbe nato loro figlio, Giulio, cresciuto privo della madre nell'adolescenza. La frase scolpita nel titolo è il disvelamento di un intreccio biografico per entrambi "strozzati dal morso tossico della colpa": Giulio non è solo l'amore perduto di Adele ma è anche il figlio di Pietro. L'esito, inaspettato nella sua crudele rivelazione, è per Adele una liberazione da quel senso di colpa che l'aveva accompagnata per oltre vent'anni: nel finale di un concerto favoloso della figlia Amata, Pietro le confessa che "… non è stata colpa tua". Per Adele, è stato come un raggio di luce lieve che penetra nella nebbia del nero fumo di un altro giorno andato.
Antonella Frontani, nata a Roma vive a Torino con la sua famiglia. Giornalista e conduttrice televisiva, ha ricoperto incarichi presso il Teatro Comunale di Bologna. E' alla sua prima esperienza narrativa.
"Adele è una donna incolore, impiegata nella redazione di un grande giornale. Si occupa di cronaca del gossip, anche se è colta e profonda. È abbattuta da una vita che l'ha intrappolata nel dramma avvenuto vent'anni prima. Vive strozzata dal nodo del passato. Il rapporto con sua figlia, intenso e leggero nel contempo e l'amore assoluto per la musica e l'arte, la conducono altrove, quando il dolore riaffiora. Un incontro cambierà la sua esistenza." [dal risvolto]