Serenity In Murder Death Metal sinfonico dal Sol Levante
I N T R O
Serenity In Murder sono una delle maggiori band death metal giapponese. Alla vigilia esatta dell’uscita del loro terzo album, “The Eclipse” (8 Febbraio 2017), abbiamo fatto in esclusiva per Distorsioni una chiacchierata con Freddy, chitarrista e fondatore della band.
L'INTERVISTA
Massimiliano Bartolini (Distorsioni) - Ciao Freddy e grazie per avere accettato l’intervista di Distorsioni. Anzitutto, vorresti spiegare ai lettori di Distorsioni che tipo di band sono i Serenity in Murder?
Freddy (Serenity In Murder) - Sono una band che ho formato cercando i membri intorno al 2009. I membri presenti da allora a parte me sono Emi (voce) e Ryuji (chitarra). Attualmente ci sono anche Olly (basso) e Allen (batteria), che sono nuovi membri che stanno partecipando attivamente anche alla composizione del terzo album. Realizziamo musica con sonorita’ artistiche sublimate, tipo colonna sonora di un film, che produciamo fondendo grandiosi suoni orchestrali sintetizzati e la brutalita’ del death metal.
Confrontandovi con le band della scena metal giapponese, qual è il punto nel quale i SIM non sono secondi a nessuno?
Direi “l’alto livello di artisticita’ dei brani”. E’ una cosa di cui siamo consapevoli e la piu’ grande arma di questa band. Durante la composizione dei brani realizziamo numerosi sviluppi e melodie, scegliendo poi solo il meglio. In particolare in questo terzo album abbiamo realizzato dei brani nei quali un thrilling che non si ripete mai uguale si sviluppa verso il climax finale. Gli altri sviluppi e melodie che dovessero esistere al di fuori di questo scopo sono stati eliminati, dando vita a un’opera senza riempitivi di sorta. Credo che siamo stati in grado, ripetendo numerose volte questa operazione di rifinitura, di comporre dei brani che la maggior parte delle persone troverà realmente emozionali.
Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?
L’obiettivo finale è fare un tour mondiale solo come band giapponese. Vorremmo che le band metal giapponesi raggiungessero il livello di qualita’ e fama delle band metal di tutto il mondo. Sento che c’è la necessità a tal fine, dopo un primo successo in Giappone, di aumentare la nostra forza andando all’estero e facendo tour di promozione. Al momento c’è l’evento metal RedruM Fest Tour, da noi promosso, che gira le maggiori città e al quale sono invitate anche delle band straniere. Fare un tour in Europa poi è il nostro sogno già dal primo album. Con il secondo album ne abbiamo parlato con il management, ma per una serie di motivi non si sono presentate le condizioni per dire: “Facciamolo”. Dato che siamo fondamentalmente una band indipendente, vorremmo chiedervi di farci assolutamente sapere se vi piace la nostra musica e di farla conoscere anche ai vostri amici. Quella è la forza che sostiene la band, ciò che si connette alla produzione di nuovi dischi e al fare tour. Noi siamo attivi per i fan presenti nei territori. Possiamo dire che dar vita a questa domanda sia uno degli obiettivi di questo terzo album.
Nonostante siate una band di Tokyo, ritengo che il vostro sia un perfetto 'Gothenburg sound', come siete arrivati a questo genere?
Quando in Giappone uno inizia ad ascoltare metal, solitamente passa per le sonorità del metal straniero. Anche io non faccio eccezione e sono stato assorbito dal metal che stava avendo successo, tipo Children Of Bodom e altro melodic death metal. Io ascolto molta musica: blues, pop, punk, hip-hop… però il mio incontro con il metal mi ha lasciato una estrema impronta che ancora oggi sento come radice. “Il metal è una musica straniera”, mi dicevo, e quando abbiamo realizzato il primo album non prestavo attenzione all’aspetto “giapponese” durante la composizione. Con il secondo album, più conscio del “Giappone”, ho cominciato a chiedermi se non ci fosse la necessità di produrre sonorità che fossero giapponesi. In Italia c’è eleganza e l’alta qualità assimilate in band quali Fleshgod Apocalypse, Rapsody Of Fire, DGM, Ancient Bards… In Finlandia l’aria fredda e le melodie trasparenti appartengono a Children Of Bodom, Nighwish, Stam1na, Lost Society… e da esse possiamo 'sentire' l’attuale Finlandia. Ci sono band che fanno sentire il loro Paese di origine anche in Norvegia e Russia. E in Giappone? Questa è una delle riflessioni che ho avuto. Ascoltatelo assolutamente sul nuovo album.
Domanda per Emi: Che tipo di processo e crescita hai attraversato per ottenere la tua attuale padronanza del cantato in growling?
Emi - Con i SIM è stata la prima volta che ho seriamente adottato il growl. In precedenza, avevo fatto varie cover di band death metal. Tuttavia non ho dato attenzione esclusivamente al death metal, ma ho tenuto un frame maggiormente largo cantando hard rock e vari generi. Ripensandoci ora, credo che questa sia stata una condizione che mi ha permesso di mantenere la mia attuale capacità vocale. Con I SIM, da quando ho cominciato ho sempre tenuto presente certo il growl, ma anche l’idea di “cantare”. Certo “death voice“ si traduce solitamente con “growl”, ma io ho sempre ritenuto necessario tenere in mente l’idea di “sing” nella mia attività con i SIM. E’ un proposito che non ho mai dimenticato. Negli album canto, e dal vivo cerco di cantare raccontando questo sentimento ad uno ad uno. Questo diventa un grido, e tale sono i SIM. Una cosa che mi dà forza e esperienza è proprio quando gli spettatori alzano le mani e gridano. Nel primo album c’è la velocità dei brani e ritengo che il cuore del cantato sia proprio la sensazione di “corsa”. Con il secondo album il cuore non è più stato l’accento sulla velocità, essendo presenti anche brani middle tempo come The Highest Of Dystophia, ed abbiamo tra l’altro dovuto dare importanza allo screaming coniugato a un background lirico drammatico. Questo ha permesso di esprimere un death metal che supera i confini di vocalizzi alti e bassi. Poi, durante il tour per il secondo album, per l’attività ripetuta giorno dopo giorno, ho dovuto prestare attenzione al mantenere la gola. Moltiplicando le mie ricerche e provando ai rehearsal e dal vivo, ho regolato la respirazione e cambiato pian piano il mio modo di cantare. La gola è più forte di prima e il mio controllo è migliorato. Su tali basi ho lavorato al nuovo album, inserendo anche cantato hardcore. Mi ha richiesto degli sforzi. Questo perchè ho dovuto cantare tenendo presente la realizzazione di un ritmo solido abbinato a una sensazione di groove come non avevo mai fatto prima. Attraverso una ripetizione della mia espressività durante la pre-produzione, ho migliorato la mia consapevolezza su quale tipo di cantato si adatta maggiormente ai vari brani. Sarei felice se confrontaste tali aspetti tra il secondo album e quello nuovo.
Freddy, se dovessi scegliere un brano che maggiormente trasmette l’essenza dei SIM, quale suggeriresti?
Domanda difficile… ci sarebbe un brano dal terzo album ma ancora non lo abbiamo presentato quindi… Il primo e il secondo album nella loro interezza rappresentano la musicalita’ dei SIM, ma appartengono a un periodo nel quale ancora andavamo su vari punti per tentativi, quindi non posso rispondere in modo completo. Forse il brano Nocturnal Damned del secondo album rappresenta un po’ la nostra base.
Rispetto al vostro primo lavoro ("The First Frission Of The World"), ritengo che nel secondo ("The Highest Of Dystophia"), pur mantenendo il vostro sound, abbiate composto un’opera di maggiore respiro. Qual'è la crescita che dobbiamo aspettarci per il prossimo album ("The Eclipse")?
Quando abbiamo scritto il primo album eravamo ancora studenti ed ero un metallaro decisamente fissato, quindi credo che ciò si rifletta sui brani. Un aspetto di quel periodo mi ha visto rinchiuso in un “frame”, da me stesso creato, che ritenevo fosse “bello”. Con il secondo album, grazie all’esperienza del primo, c’è stato un cambiamento di ambiente e consapevolezza che mi hanno fatto pensare anzitutto a cosa devo scrivere in quanto compositore, a qual'è il significato di comporre musica, a ciò che è richiesto ai SIM e al significato di fare del metal in quanto giapponese. Alla fine come risultato ho pensato troppo e per arrivare a destinazione ci sono voluti più di tre anni. E’ stato un periodo duro, ma penso di poter dire con fiducia che abbiamo realizzato il meglio che fosse possibile all’epoca. Così da allora ad oggi durante un anno, c’è stata maggiore chiarezza su quale sound indirizzarsi e su cosa creare, e si è fatta anche chiara la consapevolezza di lavorare come una band professionale. Questo nuovo lavoro contiene brani tutti realizzati nel periodo che va da gennaio a giugno del 2016. E’ un album che registra un periodo che è come miracoloso, nel quale i brani sono nati uno dopo l’altro. Aspettatevi una musica grandiosa, che supera l’immaginazione e che non si può realizzare pensandoci con la testa.
Line-Up
Emi: vocal
Freddy: guitar
Ryuji: guitar
Olly: bass
Allen: drums
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