Jane Weaver THE SILVER GLOBE
[Uscita: 20/10/2014]
Inghilterra
"The Silver Globe" è il sesto disco in studio di Jane Weaver, bionda quarantenne di Liverpool. La sua carriera musicale si può far partire con le sue prime bands a nome Kill Laura ed i Misty Dixon. Due formazioni dalle tinte Brit pop, con la prima ha realizzato solo cinque singoli mentre con l'altra, oltre a quelli, anche un album adulto vero e proprio, "Iced to mode" (2003) passato però del tutto inosservato. La sua carriera solista vera e propria si intreccia proprio con quel disco dei Misty Dixon visto che il suo esordio, "Like an aspen leaf" è uscito giusto l'anno precedente. Questo ultimo lavoro, "The silver globe" è un disco molto variegato e che necessita di diversi ascolti per essere assimilato per bene. Niente di sperimentale o avanguardistico in questi solchi chiariamo subito, però le atmosfere cambiano repentinamente da una traccia all'altra e talvolta spiazzano l'ascoltatore. La Jane Weaver immortalata nella bella copertina, se osservata distrattamente, può ricordare la silhouette della grande Nico, ma è solo una illusione ottica. La stessa voce di Jane, dolce e sognante, è ben lontana dai toni grevi e profondi della musa wahroliana. L'idea di partenza del disco sembra essere quella di addentrarsi nei territori spaziali, dettato anche dal titolo, preso a prestito dal film del polacco Andrzej Zulawski "Sul globo d'argento", noto per essere stato bloccato dalla censura in corso di lavorazione nel 1977 e finito solo nel 1988. Il regime totalitario lo vedeva come una pellicola che andava controcorrente rispetto all'ideale del comunismo come veniva inteso a quei tempi.
Nel disco di Jane Weaver non c'è nulla comunque di fantascientifico o space rock mood, che rimangono quasi sempre a livello d'intenzione. Più facile trovare accostamenti con altre sue colleghe che adesso vanno per la maggiore, Cat Power, St.Vincent e Joan as Police Woman. Le coordinate a grandi linee appaiono proprio quelle. Ci sono giusto 3-4 canzoni che promosse a dovere potrebbero darle la giusta visibilità. Si tratta di Your time in this life is just temporary, The electric mountain, Don't take my soul e Mission desire, sufficientemente orecchiabili e di facile ascolto per essere date in pasto anche ad un pubblico meno esigente. Ma sono altri i pezzi che provano ad elevare il disco da uno standard di normalità, due sognanti e bellissimi come Cells e Stealing gold: quest'ultima suona come una canzone folk d'altri tempi, poi la glaciale If only we could be in love, e la lunga Argent, l'unica con andatura davvero spaziale ed inserti di sax Hawkwind style. Un disco nel complesso abbastanza vario e sfaccettato e dal quale non appare chiara la direzione verso la quale Jane Weaver vuole muoversi. Le prossime mosse della ragazza di Liverpool sapranno forse chiarire questo enigma. Per adesso abbiamo un buon disco e poco altro.
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