Pjusk TELE
[Uscita: 13/03/2012]
# Consigliato da DISTORSIONI
Tele è una parola norvegese che indica la formazione sotterranea di ghiaccio. Il termine descrive particolarmente bene il senso di questo lavoro di Jostein Dahl Gjelsvik e Rune Sagevik, duo norvegese che dal 2005 ha dato vita al progetto Pjusk. “Tele” è il loro terzo album, realizzato a cinque anni di distanza dal debutto “Sart” e a due anni dall’ottimo “Sval”, prodotti entrambi dall’americana 12k. Con “Tele”, il duo norvegese dà ulteriore prova della capacità di esplorare le forme più gelide dell’ambient, attraverso percorsi che erano già stati battuti in precedenza dal conterraneo più affermato Biosphere. L’album è stato pubblicato dalla Glacial Movements di Alessandro Tedeschi, una etichetta romana nata con l’intento di catalogare le sonorità più glaciali ed isolazioniste dell’elettronica e dell’ambient. Decisamente meno compatto e cupo del precedente, “Tele” si presenta come un album fotografico di paesaggi e stati d’animo, in cui la frequente presenza di ghiacciai e di condizioni estreme costituisce una metafora di un mondo affascinante ma decisamente inospitale.
“Tele” si apre con Fnugg (che in norvegese significa qualcosa di piccolo e senza peso), una sorta di avvio cupo e glaciale che introduce atmosfere rigidissime. Le sonorità si fanno ancora più rarefatte e distaccate nella successiva sequenza di brani, ognuno dei quali descrive un particolare tipo di roccia. Gneis (gneiss), Flint (selce), Skifer (ardesia), Krystall (cristallo) e Granitt (granito) costituiscono un campionario di strutture sonore rigide ed incomprimibili, che esprimono le condizioni di una esistenza limite, che affascina ed inquieta allo stesso tempo. Negli splendidi brani Skifer e Krystall si avvertono deboli variazioni di tema, quasi uno squarcio nelle atmosfere cupe e gelide dell’album. Kram è un risveglio lentissimo da una ibernazione mentre Polar chiude il lavoro con sonorità che evocano i tempi lenti dei viaggi delle navi rompighiaccio nei mari del Nord. “Tele” è davvero un grande album. Tra le cose più belle di questo avvio di 2012.
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