Pascal Pinon SUNDUR
[Uscita: 19/08/2016]
Islanda #consigliatodadistorsioni
Terzo album per il duo islandese di Reykjavik formato dalle gemelle Àsthildur e Jòfridur Àkadòttir, quest'ultima membro anche dei Samaris, il cui nome, Pascal Pinon, fa riferimento a un uomo con una grossa cisti tumorale in testa che ai primi del Novecento veniva esibito nei freak show come l'uomo con due teste, evidente riferimento alla composizione del gruppo. Le Nostre sono due autentiche enfant prodige, tanto che il loro primo lavoro è uscito autoprodotto nel 2009 quando erano appena quattordicenni e l'anno dopo fu ripubblicato dalla prestigiosa etichetta berlinese Morr Music. Ormai maggiorenni le due ragazze pubblicano un album di grande fascino e bellezza, non che soprattutto il precedente fosse da meno, ma qui la musica acquisisce una maturità e una consapevolezza che si manifestano soprattutto nei variegati e suggestivi arrangiamenti. “Sundur”, come i precedenti, contiene canzoni sia in islandese che in inglese e si nutre di tutto quell'alone magico e misterioso che la loro isola rappresenta nell'immaginario. L'austera copertina in un bianco e nero che sfuma nebbioso verso uno sfumato paesaggio grigio contribuisce a condurci verso le atmosfere malinconiche, rarefatte, intimistiche evocate nelle undici canzoni.
Il titolo “Sundur” richiama il detto islandese «sundur oc saman», cioé 'separate e insieme', con riferimento a questi ultimi due anni nel corso dei quali le strade delle due sorelle si sono separate, ma evidentemente questo non ha nuociuto alla musica che vibra di un affiatamento profondo e incantevole. Così si può rimanere estasiati dal meraviglioso intrecciarsi delle voci nella notturna Skammdegi o nella sognante Funglar, o ci può colpire la serena malinconia del piano e della voce in Jósa & Lotta o il suggestivo canto evocativo e l'atmosfera densa di “53”, il cui testo è stato ispirato dal suicidio della madre di un compagno di scuola, o il minimalismo di Àst con la tremula e intensa voce solista contrappuntata da un piano preparato. Ma forse la vetta è rappresentata dalla magnifica Babies cantata a due voci con un solenne organo in primo piano e un pullulare di clangori e percussioni. Fra gli undici brani anche due strumentali: il glitch arioso di Spider Lights e la deliziosa ninnananna Twax protagonista le campane, ma disturbate dal rumore di un tosaerba! Un disco riuscito che farà felici gli amanti delle atmosfere assorte e crepuscolari del grande Nord, e che dimostra ancora una volta la straordinaria qualità della musica prodotta da questo piccolo popolo discendente dai vichinghi.
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