Sundowners SUNDOWNERS
[Uscita: 09/02/2015]
Inghilterra #Consigliato da Distorsioni
Sundowners vengono dal North West dell'Inghilterra, zona Great Liverpool, ma dimenticate The Crucial Three, The Beatles, il Mersey Beat, il Cavern & l'Eric's Club. Qui si guarda ai profumi indelebili della West Coast, si inseguono conigli bianchi fin dentro la tana, ragazzi con “Jefferson Airplane” tatuato sulle spalle e ugole rubate alla giovane Grace Slick, patchouli ed incenso mischiati alla sabbia del deserto, gli occhi persi nelle nebbie del Golden Gate. Massicci ascolti di Fairport Convention, Goat, Tame Impala, Velvet Underground, Can, Circles, She Drew The Gun, Marvin Powel sono stati rapidamente metabolizzati, fuori da rischi di evangelizzazione hippie, fornendo strumenti sacerdotali psichedelici. I ragazzi hanno imbracciato le Rickenbackers che, però, suonano come fossero Telecasters, tese a sporcare ed appesantire le cristalline melodie vocali. Eclettica consapevolezza ha portato alla creazione di gemme pop, contrassegnate dal suono meditabondo del tamburello, il contrappunto interlocutorio della batteria e riff infuocati. Esperimento-Mantra d'avanguardia, messianico e moderno, che si perde, come maree, nella deriva riflessiva di un flusso magmatico ed uniforme di adorabile psych-pop-folk all'acquarello, colori che stimolano il raggiungimento delle parti recondite e più intime dei nostri cuori, rinnovamento della protest song da strada spruzzata di psichedelia.
Sono passati quasi due anni da quando andammo in fibrillazione ascoltando il primo 45”, Hummingbird (qui contenuto), con le sue atmosfere sognanti di soft-hard-psych-folk visionario, con chitarre marziali e sincopate a sorreggere delicate armonie à la Bangles. L'album è stato registrato, quasi tutto in presa diretta, negli Studios Parr Street di Liverpool e prodotto da James & Ian Skelly (Coral) con l'ausilio di Richard Turvey. Fiona Skelly, la lead vocalis, è la sorella dei due Corals e si divide il canto con l'amica d'infanzia Niamh Rowe. L'altro fratello Skelly, Alfie, si occupa della chitarra. In If Wishes Were Horses le chitarre, quasi garage, sorreggono gli intrecci vocali che insistono col piglio alla Jefferson Airplane. Il recente singolo Into The Light è uno dei vertici del disco, brezza inebriante della West Coast che spira su un frenetico giro di chitarra a 12 corde e vocalizzi sospirati. Back to You inizia con un incedere quasi new wave, con armonie claustrofobiche e chitarre paludose. I Dreamed rievoca stati di delicatezza onirici, sfregiati da contrappunti di rasoiate chitarristiche implacabili. Da avere.
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