Mark Olson SPOKESWOMAN OF THE BRIGHT SUN
[Uscita: 6/09/2017]
Stati Uniti-Norvegia
Evidentemente la storia d'amore e artistica dell'ex Jayhawks Mark Olson e della musicista e pluristrumentista norvegese Ingunn Ringvold procede felicemente e dopo “Goodbye Lizelle” uscito nel settembre del 2014, sempre per la Glitterhouse, ecco ora vedere la luce a tre anni esatti dal precedente questo “Spokeswoman Of The Bright Sun”. Mentre il disco del 2014 è stato registrato e concepito in vari e disparati luoghi del pianeta, che ne hanno influenzato il suono, questo nuovo lavoro è stato scritto e registrato in uno dei luoghi topici e mitici della storia del rock, il deserto di Joshua Tree, dove la coppia ha da tempo stabilito la propria dimora. Un luogo che ha segnato profondamente l'atmosfera e i suoni dell'album, infatti come ha dichiarato lo stesso Olson: «La creazione della musica di quest'album è il deserto al quale agogno fare ritorno, questa messe di suoni di strumenti a corde è dove vorrei veramente essere e occupa gran parte del mio cuore». E per meglio cogliere il deserto e trarne ispirazione l'ex Jayhawks ha composto gran parte dei brani all'aperto, sotto un olmo siberiano sul quale avevano nidificato dei calabroni.
A suonare in questo disco oltre a Mark Olson (chitarre, dulcimer, voce) e Ingunn Ringvold (voce, mellotron, qanun-strumento a corde della tradizione armena e araba, e chamberlin, tastiera elettro-meccanica precursora del mellotron) ci sono Danny Frankel, batteria e percussioni, e Lewis Keller al basso. Ma è chiaro che il ruolo da assoluti protagonisti è della coppia, che ha scritto insieme le canzoni e le ha registrate nel soggiorno di casa con Olson anche nel ruolo di produttore. Ed è proprio un forte senso di complicità e intimità quello che si respira in queste dieci tracce che dimostrano la capacità dei musicisti di creare armoniose melodie dalla leggiadra leggerezza. Rispetto all'album precedente che aveva conquistato per la sua capacità di arricchire le canzoni con una strumentazione ricca e atmosfere variegate che lo avvicinavano al folk psichedelico, qui siamo nell'ambito di un cantautorato folk tradizionale con in primo piano la chitarra acustica e giusto il mellotron a dare vivacità e coloritura agli arrangiamenti. Spokeswoman Of The Bright Sun è un disco piacevole, che scorre via melodioso e gradevole, con le sue dolci pennellate di malinconia e gli sprazzi di sole del deserto, ma che non ha sussulti, manca di pezzi che veramente colpiscono, che fanno venire voglia di riascoltarli, come invece accadeva per alcuni brani del disco precedente. Non male, ma era lecito aspettarsi qualcosa di più.
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