Polvo SIBERIA
[Uscita: 14/10/2013]
Tra i gruppi che negli anni '90 vennero definiti math rock o post rock i Polvo sono tra i meno noti, sebbene abbiano inciso dischi molto validi. Dopo quattro lavori si sono sciolti per poi riapparire nel 2008, e oggi si ripresentano con questo sesto CD intitolato “Siberia”, come già fecero in passato Diaframma ed Echo and the Bunnymen, evidentemente quelle lande desolate affascinano i rockers. Diversamente da altri gruppi che la stampa intruppava nel loro stesso filone, come i June of '44 o i Don Caballero i Polvo mostrano anche un'anima pop, in qualche caso addirittura beatlesiana, come rivela in questo disco Old maps, come lo faceva Rock post rock contenuta in “Shapes” del 1997. Per il resto la ricetta non è cambiata: rock ben suonato, energico, con suoni di chitarre molto compressi. La voce ha più spazio rispetto ai canoni del filone, una voce roca che può piacere anche ai fans del progressive rock, filone a cui i Polvo sono stati a volte accomunati, forse per le influenze di musiche orientali, che però in questo nuovo disco compaiono solo marginalmente, in qualche passaggio strumentale. Le chitarre dominano, ma non suonano mai veri e propri a solo, alternano momenti arpeggiati come in Blues is loss, o intrecci di fraseggi sincopati come nell'iniziale Total immersion.
Le varie componenti che ispirano il suono dei Polvo, le più sperimentali come le più melodiche, si amalgamano molto bene all'interno dei brani, per esempio in Light, raking, in cui passaggi orecchiabili, fraseggi di chitarre arpeggiate e momenti in cui le armonie si fanno più azzardate, si alternano senza risultare cacofonici. Ottimo il lavoro del nuovo batterista Brian Quast, potente e raffinato, che affianca i membri fondatori Ash Bowie e Dave Brylawski, voce e chitarra e Steve Popson, basso. Come già scrivevamo in occasione di un disco totalmente diverso, quello di Jay-Jay Johanson, colpisce il recensore come musica che una quindicina di anni fa era all'avanguardia oggi suoni più databile di musica più rispettosa di canoni classici. Questo non significa che questo “Siberia” dei Polvo sia un disco da scartare. Tutt'altro, è un disco riuscito e speriamo che riporti in auge questo gruppo poco noto e più in generale il filone del rock di Louisville e Chicago che da noi in Italia ha appassionato solo pochi adepti. Curiosità: il gruppo ha scelto il nome Polvo perché ha significati diversi in lingue diverse, polpo in portoghese e polvere, ma anche atto sessuale in slang, in spagnolo.
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