Psychic TV/PTV3 MOTHER SKY vs ALIEN SKY
[Uscita: 28/12/2011]
# Consigliato da DISTORSIONI
Scorrere la sconfinata discografia di Psychic Tv è una pratica che richiede tempo e, in un certo qual modo, dedizione. Il culto della personalità di Genesis P-Orridge, vero e proprio guru underground e pioniere della sperimentazione industrial, in questi anni è andato scemando. La chiesa psichica sembrava avesse chiuso i battenti nel lontano 1995 quando l'esperimento tekno/acid house era oramai giunto a termine cedendo il passo alle nuove mode musicali (leggi grunge, nu metal, etc), i computers iniziavano a diffondersi in ogni casa e la rete di internet si stava già tessendo fra le varie realtà alternative e sub-culturali del tempo.Psychic Tv appartiene ad un altra realtà, è impensabile pensare ad una bibbia psichica in pdf o ad un “NY Scum” sezionato in diverse tracce in vendita su un catalogo dell'iTunes Store. I proseliti iniziano ad invecchiare, i capelli si fanno bianchi, le tette si fanno mosce (e non entrano più nei corpetti di latex), e molti fan iniziano a dare un'occhiata alla valutazione delle loro prime stampe per monetizzare su eBay e magari comprarsi un cellulare nuovo. Detto questo se Genesis P-Orridge fosse solo un fenomeno, un semplice interprete di un' epoca passata, non ne staremmo parlando adesso alle porte del 2012, e, badate bene, in una recensione di un nuovo lavoro, non in un necrologio.
Questo perchè il personaggio che abbiamo di fronte è un musicista, ed i musicisti, quelli veri, resistono al tempo ed alle mode e sfornano dischi, e quando dico dischi parlo di musica e non di operazioni commerciali o rilanci d'immagine. “Mother Sky vs Alien Sky” è un disco, due lunghi brani di circa 16 minuti stampati in un maxi singolo 12" per un edizione limitata di 500 copie. In Mother Sky è facile riconoscere un percorso a ritroso, un ritorno al futuro, un viaggio che dal vecchio continente (sponda kraut - teutonica) si riaffaccia alla tradizione psichedelica inglese. 'Rock'n'roll will never die', è vero, non morirà mai finché avrà interpreti che non smetteranno di (ri)scoprirlo, tornando tutti alla "grande madre". Il lato B del singolo ci immerge in atmosfere fumose e ambigue da Night Club post-apocalittico. Le incursioni chitarristiche e pianistiche rimandano direttamente ai Bad Seeds di Nick Cave, i semi del male che continuano a vegetare nel seno transgender di questa anti-rock star che ha segnato la storia dell'underground sin dai primi '70. Di certo non ci troviamo davanti un capolavoro spiazzante e innovativo come “Force the hand of Change” o “Dreams Less Sweet”, ne è passata di acqua sotto i ponti e di acidi sotto lingua, ma troviamo uno spirito ancora ruggente ed una dignità intatta, un uomo/donna integro che ha saputo gestire/interpretare il proprio percorso artistico attraverso 4 decadi (alla faccia dei gruppetti che non durano 3 anni) ed arrivare al 2012, alla presunta fine del mondo, stampando ancora dischi di un certo valore, cosa che neanche i Maya sarebbero mai riusciti a predire.