Metz METZ
[Uscita: 15/10/2012]
# Consigliato vivamente da DISTORSIONI
Arriva dalla piovosa Toronto questo classico trio chitarra – basso – batteria (Alex Edkins, Chris Slorach e Hayden Menzies), che propone un noise/punk senza compromessi, nella miglior tradizione nordamericana, sulle tracce di Shellac, Nation Of Ulysses, Drive Like Jehu e via così. Anche se questa è la loro prima uscita discografica sulla lunga (non tanto, una mezz'oretta) distanza, i ragazzi si son fatti le ossa per un buon lustro, battendo palcoscenici e terremotando orecchie con il loro possente, monolitico suono fatto di linee di basso al tritolo, batteria tellurica, chitarrona ultradistorta e voce al vetriolo. Uno dei luoghi comuni che circolano a riguardo del punk è che sia una musica facile da suonare, anche se non si è capaci, una roba che chiunque può fare. Ovviamente, è una stronzata. Chiunque, semmai, può fare pessimo punk. Questi ragazzotti sono la dimostrazione del contrario: per raggiungere risultati di questo livello la perizia strumentale è indispensabile. E poi ci vuole tanto cuore e altrettanto olio di gomito, voglia di sbattersi e credere in quello che si fa.
Proprio le qualità che questo lavoro mette in luce nei suoi autori. In effetti ci troviamo di fronte a un suono tanto brutale e abrasivo quanto rifinito e preciso, senza perdere nulla in spontaneità, qualcosa che, dal vivo, dev'essere veramente un'esperienza. I pezzi tendono ad iniziare con un singolo strumento, ma ci si sente sempre come quando sta per arrivare il temporale, che, infatti, regolarmente arriva. Ma, anche se te lo aspetti, la sua potenza è sempre impressionante: prendiamo l'opener Headache, quattro giri di cassa e rullante e poi alè, a duecento all'ora per due minuti e diciannove di assalto sonoro indiscutibile, che, oltretutto, riesce a trovare spazio anche per il minimo indispensabile di armonia. Se siete arrivati fino a questo punto vi sarà chiaro che il disco mi è piaciuto assai. Oltre alla citata Headache, mi hanno colpito le furenti Rats e The Mule, la lunga cavalcata noise di Wasted, ma soprattutto le splendide, catastrofiche Knife In The Water e Wet Blanket, condotte dal fuzz-bass di Chris Slorach. Per me, un grande esordio.
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