Jenny Hval and Susanna MESHES OF VOICE
[Uscita: 19/08/2014]
# Consigliato da Distorsioni
Un vero inno alla voce. Mai titolo è stato così esplicativo del contenuto di un opera. Susanna Wallumrod è una splendida cantante norvegese. In coppia con il pianista Morten Qvenild forma la Magical Orchestra. Ha avuto una certa risonanza con la cover del classico dei Joy Division Love will tear us apart visto che era parte del soundtrack di un episodio della nota serie Grey's anatomy. Ha collaborato con la bravissima arpista svizzera Giovanna Pessi nel disco If grief could wait dove reinterpretava pure Nick Drake e Leonard Cohen. Il suo incontro con un'altra norvegese, Jenny Hval è qualcosa di sorprendente ed intrigante allo stesso tempo. Jenny è cantante e compositrice ed ha già quattro album all'attivo, fra folk e sperimentalismi. Il disco che le due bionde nordiche hanno partorito assieme, "Mesh of voice" è un opera affascinante e dalla bellezza sfuggente, pur con una difficoltà d'ascolto non indifferente.
Il titolo è derivato dal film "Meshes of the afternoon" (1943) e influenzato dalla figura di una certa Maya Deren. Ne viene fuori una sorta di concept album, una fiaba surrealista, di paura e creature mitologiche, dove si narra di qualcuno che ha perso l'anima nel fondo di una lago nero e profondo (Black lake ndr). L'incontro fra Jenny e Susanna ha prodotto un disco ricco d'incantesimi e songs sospese fra il sognante ed il crepuscolare, a tratti dalle parti dell’arte Bjork-iana. Il disco è il frutto di una performance live della coppia nel lontano 2009. Oltre a cantare le due suonano un po' di tutto, piano, chitarre, armonium, ed elettroniche assortite. Frammenti di suono celestiali o meglio piccoli quadretti hanno nome Milk pleasures, O sun o Medusa, A sudden swing e la conclusiva The black lake took. Quasi sempre nel corso delle 15 tracce del disco le voci di Susanna e Jenny viaggiano all'unisono verso territori vocali inesplorati. Ed è dove l'ascolto si fa più difficoltoso che emergono le loro straordinarie capacità canore.
Un brano pazzesco come I have walked this body, con le due voci che svettano altissime, avrebbe potuto partorirlo una mente malata come quella di Carla Bozulich. Di livello assoluto il terzetto di songs formato da Thirst that resembles, I have darkness con rumorismi assortiti e Running down. In queste tracce, enfatizzando un po', si può ascoltare una controparte femminile del navigatore stellare Tim Buckley, senza traiettorie deviate dall'acido lisergico, ma l'effetto è proprio quello. Stupefacente. "Mesh of voice" è un disco magico. Ha la bellezza di un fiordo norvegese al tramonto con i colori cangianti e la forma perfetta. Echi celestiali lungo paesaggi immaginari.
Commenti →