Disappears IRREAL
[Uscita: 19/01/2015]
USA #consigliatodadistorsioni
Nati nel 2008 a Chicago su un’idea di Brian Case, i Disappears hanno costruito la loro identità sulla fusione del post-punk con un art-rock impregnato di psichedelia, rilasciando quattro album in altrettanti anni (“Lux”, 2010, “Guider”, 2011, “Pre Language”, 2012, “Era”, 2013), sempre per la Kranky. La band americana recupera le narrazioni desolate degli Swans e le deforma attraverso trame psichedeliche intrise di kraut-rock e industrial- noise. I temi affrontati dai Disappears riguardano il senso della morte, l’inquietudine e le ossessioni, ma quest’ultimo “Irreal” sembra aprirsi ad ulteriori suggestioni. L’irrealtà è la metafora dell’impossibilità di vivere un’esistenza vera, è l’immagine di un mondo vuoto che crea inquietudini e ossessioni, in cui il futuro appare impregnato di morte (esplicitamente richiamato nella title track).
L’irregolarità è l’effetto di un mondo visto costantemente in soggettiva, deformato e non più riconoscibile. Per certi versi Irreal rimanda all’immaginario psichedelico del film “Enter the Void” (2009) di Gaspar Noé, nel quale il protagonista, dopo esser stato ucciso, continua a percepire il mondo che lo circonda come un’esperienza extracorporea completamente allucinata. L’album prende avvio con le trame ripetitive di Integration e di I _ O, che aprono un varco nella mente pronte per espandersi, mentre Another Thought si sviluppa come un oscuro monologo dark-wave avvolto da un minimalismo gelido. Cosi come ben esemplificato della copertina, alcune composizioni esaltano le forme astratte, come l’impalpabile OUD. Le ossessive trame ritmiche di Halcyon Days avvolgono l’ascoltatore in un inquieto e malinconico mantra ipnotico, mentre la conclusiva Navigating The Void descrive un mondo dominato da un rassegnato vuoto esistenziale. Ancora una buona prova per la band di Chicago.
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