Ilyas Ahmed I AM ALL YOUR OWN
[Uscita: 24/03/2015]
Pakistan-USA #consigliatodadistorsioni
Ilyas Ahmed è di origine pakistana, ma nato e cresciuto a Portland, la città magica per antonomasia degli US. Le ascendenze ancestrali della musica raga-dronica, meditativa, curativa e salvifica, contaminate dalla particolare influenza della città, che i mass media hanno cominciato a definire la nuova San Francisco, gli hanno consentito di forgiare uno stile chitarristico atmosferico ed evocativo che, pur pagando dazio alla grande tradizione del North-West, a John Fay e Robert Basho, si caratterizza per una strategia di indagine riflessiva, con suoni circolari, armonie e timbriche interscambiabili, che si moltiplicano e sovrappongono con effetti echo ai quali avviluppare le proprie note, usando la distorsione endemica delle apparecchiature lo-fi. Uno stile personale e riconoscibile, caratterizzato da una tavolozza sonica definita e supportata dall'uso discreto di elettricità statica, docile negli arrangiamenti, che permette un trattamento dei suoni tale da ottenere risultati sempre originali. E' sostanzialmente una tecnica fingerpicking di riverberi, con la quale riesce a scavare nelle profondità del proprio animo, portando in superficie sentimenti che analizza da varie prospettive, con minimi spostamenti del flusso sonoro, fino a creare impercettibili variazioni, che solidificano dolcemente in composizioni di stalattiti emozionali. Sono note di sottofondo, allungate a creare le fondamenta sulle quali si innestano i motivi portanti e la voce, sempre sussurrata e parsimoniosa, che canta le difficoltà delle relazioni interpersonali, trattata quasi come strumento a cavalcare le variazioni minimali della chitarra.
Le composizioni di Ilyas, nella loro forma libera e creativa, rimangono canzoni ed egli stesso si definisce, in qualche modo, songwriter, ma tiene a precisare che, nonostante il termine molte volte assuma connotati negativi, le sue possono essere canzoni diverse da quelle normalmente considerate tali. “I Am All Your Own”, il nuovo lavoro, secondo per la Immune Recordings, segue il debutto del 2012, intitolato “Stained Sky”, e ci regala otto canzoni di bellezza scheletrica, dove tutti i suoni sono essenziali al loro posto. Canzoni permeate di essenza spettrale ed implicazioni di stregoneria bianca con melodie spinte oltre la tessitura che le circonda a creare, forse, il suo lavoro più comunicativo. Se All You Say è una meraviglia di dormiveglia statico, con onde circolari che la cullano, in Untitled 1 la chitarra assume atteggiamento finale aggressivo a sporcare l'iniziale musica sinuosa, da ascoltare mentre si passeggia su un lago ghiacciato. In The Last Laugh la chitarra dipinge sottili note sospese, che congelano le armonie con la voce a percorrere sentieri narcolettici. In lontananza si odono rumori domestici ed effetti di varia natura a dipingere una situazione di termine di una relazione. Si tratta di una musica di emozioni profonde, che ci mostra Ahmed vulnerabile ed esplorativo, teso a comprendere se la sua struttura ed i suoi sentimenti siano forti a sufficienza da sostenerlo. Sembra ora sia maturo per mostrarci il suo mondo interiore, luogo alternativo, che precedentemente sembrava imbarazzato anche ad ammettere di avere visitato. Il suo atteggiamento ed il canto rimangono idiosincratici, con versi ed armonie a confluire nella struttura di cori ed assoli in modo imprevedibile, ma sembra proprio che Ilyas, con questo lavoro, abbia deciso di iniziare a svelare i suoi segreti.
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