The Blank Tapes GEODESIC DOME PIECE
[Uscita: 13/01/2015]
USA #Consigliato da Distorsioni
The Blank Tapes è il moniker di Matt Adams, che fin dai suoi primissimi esordi, partito per San Francisco da un sobborgo della California del sud, continua a deliziarci con jangly guitars e sitars elettrificati che rincorrono psych-outs, neo-pop nuggets, derive rock anni '70 e fanno il pieno di heavy fuzz freakouts. Dalla prima volta in cui ascoltò The Kinks & The Beatles deve aver capito che nuvole di fumo lo avrebbero sospinto a realizzare il proprio suono, pieno di idiosincrasie, venato di (inconsapevoli) echi Paisley Underground e con riverberi infiniti. Ci avrebbe deliziato e guarito con raga-rock e ballate proiettate in un cielo di marmellata e diamanti, arcane e purificatrici. Ora, dopo essersi ricollocato a Los Angeles ha chiamato a raccolta la solita congrega di musicisti e collaboratori che lo seguono anche in tour, per realizzare questo ultimo capitolo, ancora, comunque, registrato a San Francisco, contenente 13 tracce di stonata benedizione rock'n'roll. Risultano incomprensibili le ragioni per cui questo lavoro, pronto fin dal 2010, sia stato pubblicato solo ora, perché ha più senso di molte produzioni recenti. Si può sentire, palpabile, la consapevolezza della scena di Haight-Ashbury, come se si fosse conservata nel migliore dei modi.
Brown Chicken Brown Cow ci riporta al denim ed alla pelle scamosciata, un rendez-vous al negozio dell'usato con assicurato stordimento di fumo organico, fragile come una giornata nuvolosa e gloriosa nel tramonto della baia. So High ha un incedere finto funky, sterilizzato con cori sixties e condito di delicati scontri musicali. Un suono che si avvolge intorno ad un denso fumo d'incenso, stoffa damascata, e chitarra intossicata. Quando il mood si fa minaccioso ad evocare, teso, le monumentali psych bands che furono, il nostro ne esce con classe sopraffina (Way Too Stoned e la piacevole ballata 4:20) con le jangle guitars a sorreggere le farneticazioni drogate, che costituiscono il minimo comune denominatore di un album in cui la parola high è ripetuta infinite volte. Buff è una meraviglia lisergica, sospesa su una lava infuocata, mista a suoni di chitarra allungati e vagamente distorti, ma mai invadenti. Do You Wanna Get High? è una dolce melodia, delicata ed avvolgente, sorretta da suoni circolari e voce ispirata. É presente anche in versione demo ed è arduo decidere quale sia migliore, entrambe perse nei meandri della mente provata di Matt. Magic Leaves infine ha un incedere voodoo delicato, con voce eterea ed accordi che inducono la trance.
Commenti →