Stefano Tamburini/Mongoholy-Nazy THALIDOMUSIC FOR YOUNG BABIES
[Uscita: 14/03/2017]
#consigliatodadistorsioni
Essere geniali richiede una forma di perversione che porta ad agire e pensare in modo diverso. Una anarchia misantropa e nichilista che libera creatività dalla terra bruciata. Le avventure di Stefano Tamburini e di un manipolo di fumettisti talentuosi e irriverenti almeno quanto lui, iniziano con Cannibale e culminano con gli anni fulgenti di Frigidaire. Filippo Scòzzari, Andrea Pazienza, Vincenzo Sparagna, Massimo Mattioli e Tanino Liberatore masticano rabbia e indignazione nei confronti di un servile mondo di benpensanti che edificano il progresso e il benessere economico su ipocriti quadretti di felicità effimera, volutamente inconsapevole e volutamente imbonita da immagini patinate dove sguazzano superficialità e ridondanza. Riescono a mettere in piedi una stagione eroica e irripetibile del fumetto italiano underground e ad alimentare una prolifica e autentica controcultura agit prop che ancora oggi affascina e stupisce per la grande portata innovativa e precorritrice.
Certo però che la genialità è bambina, assolutamente ingenua nel promuovere se stessa, se ne cattura la luce sempre con il senno del poi. Stefano Tamburini, inventore di Ranxerox, il robot coatto, crudele e bambacione che muove le sue mirabolanti avventure in una Roma alienata e perduta che, con macabro intuito, unisce le realtà più crude e disturbanti che da quel 1978 arrivano al nostro oggi, ci ha lasciato in un giorno imprecisato di aprile del 1986, morendo di overdose e dimenticato dal mondo nel suo appartamento. La fabbrica dei sogni è l’essenza dell’arte e si autoalimenta di eccessi ma davvero la vita di Tamburini ha incarnato la visione e gli intenti proclamati con la nascita di Frigidaire nel 1980: un racconto fenomenologico del mondo, per uscire dall'universo delle ideologie che negli anni Settanta avevano avvelenato anche l'analisi.
Questo nastro leggendario è il suo fumetto, il suo racconto deformato di una realtà che si perde nell’iperbole di se stessa. Red Vynile era lo stesso Stefano Tamburini che faceva il critico musicale curando una rubrica su Frigidaire. Nel 1981 spedì a qualche fortunato lettore questa cassetta, la leggenda vuole che molti inviarono soldi senza riceverla, addirittura se ne metteva in dubbio l'esistenza. Non importa sapere se Mongoholy-Nazy abbia attinto da nastri autenticamente inviati da musicisti emergenti che volevano promuovere le loro creazioni o se abbia sfornato questo "Thalidomusic for Young Babies" con la stessa tecnica destrutturante e deformante con la quale dava vita alle ‘movimentate’ storie di Snake Agent. Il punto focale è la voglia di liberare energia attraverso una rivolta dissacrante.
E’ viva questa musica della contraddizione, crogiolo di umorismo, purezza, amore, disprezzo, sangue, cinismo e poesia. C’è tutta la vitalità e l’irruenza incontenibile di un artista tout court, di un comunicatore multimediale. C’è una visione distorta e lucidissima dentro che cattura perfettamente le variabili e le contraddizioni del suo tempo e come un prisma ne catapulta la rifrazione iridescente e vivida fino ai nostri giorni, oltrepassando le barriere del tempo e dello spazio. Ha una voce diversa questa musica, fatta per stridere fuori dal coro, carica di orgoglio, furore e indignazione. Un patto di non allineamento che trae spunto dalla no wave, trova ispirazione nelle avanguardie irridenti neo dada, nell’arte concettuale o nella performance art ma incarna anche la sferzata di freschezza che a Roma mise le basi per una fiorente scuola trasversale e multidisciplinare. Raccoglie tutto Tamburini ma la rielaborazione finale è tagliata con l’estro e la brillantezza della sua regia e ipnotizza e stordisce, commuove e strappa sorrisi beffardi. Grazie a Roberto Giannotti e Michele Mordente per aver riportato alla luce questo tesoro.
Correlati →
Commenti →