Bertoni / Boccardi / Mongardi LITIO
[Uscita: 23/09/2016]
#consigliatodadistorsioni
Il trio sembrerebbe ad un primo sguardo un accostamento piuttosto insolito di tre personalità determinate e compiutamente definite nei rispettivi generi di appartenenza. In realtà il valido Alberto Boccardi, uno tra i sound artist più promettenti del nostro panorama elettronico, ha un background eterogeneo che ha sempre guardato con interesse alla possibilità di sperimentare attraverso una molteplicità di linguaggi espressivi attinenti con l’audiovisuale, ambient drone, field recordings e strumenti acustici o elettroacustici. Oltre ad essere un ingegnere aerospaziale è laureato al conservatorio e ha avuto collaborazioni eccellenti, su tutte lo split del 2012 con il mostro sacro Lawrence English, prima del suo ottimo lavoro per Important Records (serie tape Cassauna) e Monotype Rec. dal titolo “Fingers” (2014) dove appunto già si era fregiato dell’apporto prezioso di Paolo Mongardi (Fuzz Orchestra, DEUS!, Fulkanelli) alla batteria e di Antonio Bertoni al contrabbasso. "Litio" è quindi la messa a punto di una intesa già testata nei live e un approfondimento concettuale di una stimolante sinergia tra digitale ed elettroacustica. I risultati si aprono ad inedite e accattivanti pastiche sonore che plasmano e modellano il gioco d’insieme in flussi di grande suggestione emotiva. Una collisione magmatica del tutto anomala e, si potrebbe quasi dire a parti invertite. Nel senso che Boccardi ha da sempre sviluppato una propensione profondamente psicologica e intimistica nelle sue elaborazioni elettroniche, viaggi nell’intensità e nello spessore degli ambienti interni più reconditi che in questo caso vengono sottolineati, a tratti incessantemente scanditi dai ceselli della batteria o dalle laceranti sferzate alle corde.
La parte elettronica è quindi vita pulsante e gli strumenti hanno funzionalità morfologica in una lavorazione che sembra quasi estemporanea e improvvisata. Dilatazioni progressive, incedere sinuoso e lambiccante e poi saturazione, groviglio materico. Si gioca sottilmente con la tensione, con la vacuità con i ritmi meccanici che si scandiscono ossessivamente fino a diventare incisioni, deliri parossistici. Un alternarsi di pieno vuoto, di straniante angoscia e ferocia tribale, suoni del palpito delle viscere e folate siderali provenienti dall’ignoto. L’identificazione e la repellenza, la fascinazione e lo smarrimento di un rito iniziatico, di un cerimoniale esoterico. Il lavoro è incentrato sulla sinestesia delle propagazioni, sulla dinamica timbrica, sui contrappunti sinusoidali. Si lascia libera l’istintività sonora. Dall’energia cosmica che propaga dalla nebulosa Reconfigure Matter Energy Space Time, che rivede interi annali di psichedelia marziale ricongiungendola con sentori di primitiva musica delle sfere, fino al canto elegiaco di Chimera che riesce a destreggiarsi magnificamente tra dosaggio ritmico e sognante impalpabilità esotica. Ancora rimandi all’oriente della spiritualità mantra in Red Stone Floating e una scintillante meteora sonora, piena di riverberi e screziature volubili e mutanti (Vento Solare), di una bellezza austera e ammaliante. Una ricerca semiotica raffinatissima e inconsueta che sottolinea lo spessore e la passione creativa di tre artisti del suono fatti in Italia.
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