Gianfilippo Boni GIANFILIPPO BONI
[Uscita: 01/01/2014]
Per chi conosce bene la scena fiorentina il nome di Gianfilippo Boni non rappresenta una novità. E' attivo infatti da oltre 20 anni nell'ambiente musicale della sua città, sia come solista, che come stimato arrangiatore e produttore artistico. Due dischi molto interessanti come il bellissimo esordio di Marina Giaccio e quello di Giorgia del Mese sono passati anche attraverso i suoi trattamenti, nello studio Paso Doble giusto a due passi da Firenze. Tra le sue collaborazioni doveroso citare quelle col compianto Lucio Dalla ed altri nomi noti come Morandi e Bersani. Come solista Gianfilippo ha inciso dal 1995 soltanto tre dischi, l'esordio per la Fonit Cetra,"Cinema" seguito dal disco "Con le zanzare" del 2003 a cui finalmente Boni è riuscito a dare il successore in questo inizio di 2014. Questo terzo album ha avuto una lunga gestazione, quasi un parto infinito, ma quella che è venuta fuori è un’opera di grande profondità, intimista fino al midollo. Non a caso è intitolato semplicemente "Gianfilippo Boni" quasi a rimarcare il carattere e le coordinate profondamente autobiografiche del disco. Boni ha curato tutto in maniera impeccabile, a cominciare dal raffinato artwork del cd, con le illustrazioni di Francesco Chiacchio valorizzate dal progetto grafico della brava Marina Giaccio. Quello che salta all'orecchio al primo ascolto è la cura per gli arrangiamenti, una produzione molto pulita, con una qualità strumentale superiore alla media.
Gianfilippo ha riunito per l'occasione il meglio o quasi della scena fiorentina, dal fidato ed immancabile Lorenzo Forti, che ha curato pure arrangiamenti e produzione, ad un chitarrista di livello come Bernardo Baglioni, a Fabrizio Morganti alla batteria e molti altri ancora. Lo stile compositivo al quale si rifà Gianfilippo, anche per motivi anagrafici, è quello glorioso del cantautorato degli anni settanta, la migliore generazione di sempre nella nostra penisola. Echi di artisti amati come Lucio Dalla, da sempre uno dei suoi favoriti, del dimenticato Sergio Caputo, quello di Un sabato italiano, ma soprattutto il primo Francesco De Gregori, quello più genuino, che almeno vocalmente Gianfilippo Boni ricorda molto da vicino. I testi del disco come già detto sono decisamente autobiografici, riflettono particolari stati d'animo ed umori del nostro fiorentino, evitando però di cadere nella trappola del banale romanticismo e della sdolcinatezza gratuita. Dieci canzoni compongono il disco, tutte di valore equivalente, tutte eseguite impeccabilmente e con consumata maestria degli artisti coinvolti nell'operazione. Si respirano arie d'altri tempi, di un certo modo di fare canzoni che credevamo fosse andato perduto. In questa direzione si possono incanalare tracce come l'iniziale Passano, Senza te, Potrei e Senza disturbare, tutte molto malinconiche, con un patina di tristezza di sottofondo che le accomuna. Ma ci sono pure momenti più gioiosi dove il sax del bravo Claudio Giovagnoli colora e dà profondo respiro ad alcune delle tracce più piene musicalmente della raccolta, In ogni stanza, Con la crisi che c'è e Completamente senza. Chiude l'album la bella Van Gogh, splendida dedica al geniale artista olandese, con Stefano Bollani, piano e fisarmonica come gradito ospite oltre ad un esercito di collaboratori impeccabile. Gianfilippo Boni ci ha regalato un disco davvero genuino e sincero e per una volta si può dire che una lunga attesa è stata pienamente ripagata. Comincia bene il 2014, almeno in ambito italiano.
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