De Grinpipol EARWORMS
[Uscita: 14/09/2012]
# Consigliato da Distorsioni
1 -
Eclettismo. Questa è la caratteristica saliente dei De Grinpipol, quintetto sassarese sulla scena da otto anni e giunto al secondo album. Abbiamo la new wave funkeggiante, con voce psicotica tra David Byrne e Win Butler e spasmi italo disco di Feed the music. Il gelido post punk con basso distorto e mancuniano di Minoli (quel Minoli?) e di Funny games, più danzereccia e cantabile. Il pop elettrico, orecchiabile ma sempre con una vena di follia, di Keep up prices, qui siamo più in aree tra Liverpool e Swindon. We try together e On your fishbow sono più decisamente rock, con le chitarre fortemente in evidenza ma sempre con un sapore anni '80 nella voce. Spiazza la conclusiva The reckless, lenta, psichedelica, barrettiana, canzone che il gruppo definisce “la nostra visione della rivoluzione nell'era digitale”. In generale sono gli anni prima della Milano da bere e del diluvio il periodo di riferimento per De Grinpipol, vedi per esempio A fur in summer la cui melodia può essere un soul rivisto in salsa Style Council ma con le chitarre che grattano abrasive. Hanno nella new wave il nume titolare, però sanno mescolare le influenze in un cocktail riuscito, con la voce particolare del cantante a fare da collante e segno distintivo.
La capacità che ha il gruppo di saper scrivere buone canzoni le fa uscire da una ristretta operazione di revival, o retromania che dir si voglia, e le proietta in un ambito di classicità musicale. Soprattutto in questo periodo in cui la new wave italiana è riscoperta anche dalla stampa più mainstream e molte band storiche tornano in pista o continuano a combattere, De Grinpipol possono avere un'ottima visibilità sulla scena musicale. Non solo: è un gruppo che può avere risonanza internazionale, e infatti lo testimoniano le numerose date tenute fuori patria, persino al festival di Glastonbury. Le buone recensioni ricevute dalla stampa straniera dimostrano che la band non ha un problema che spesso ha condizionato in passato i gruppi rock italiani che cantano in inglese: la pronuncia. Persino Lucio Battisti fu affossato nel tentativo di lancio americano dalla cattiva pronuncia. Infine il titolo: “Earworms”, questo modo di dire fa riferimento a quelle canzoni che una volta entrate in testa non vogliono più uscirne. È un titolo ben scelto.
Alfredo Sgarlato
2 -
Secondo sorprendente album per De Grinpipol. La band sassarese avvolge di elettronica le endemiche pulsazioni rock-wave. Prodotto da Paolo Messere (Blessed Child Opera, One Dimensional Man, Ulan Bator), registrato all’Indie Factory di Sassari e masterizzato ai West West Side Studios di New York da Jamal Ruhe già al banco di Pavement, Modest Mouse e Flaming Lips, “Earworms” si insinua spiazzante con ritmiche e sonorità tecno-rock nelle stranianti e convincenti I feed the music, Minoli, Funny Games. Ma è a partire da Keep up prices che il disco decolla e ci trascina in volo fra chitarre lancinanti e raffinate, vocalismi sinuosi e possenti, intarsi sublimi di basso e batteria. Fra R.E.M. e XTC. Nati nel 2004 e passati attraverso esperienze live e di sala che li hanno visti incontrare negli anni Ministri, Julian Cope, Marc Almond, Placebo, Gogol Bordello, Marta sui Tubi, Giardini di Mirò, i “ragazzi verdi” ci regalano un capolavoro fra Damned e Killing Joke: A fur on summer riporta alla mente le migliori schegge d’incandescenza sonora prodotte fra gli anni ottanta e novanta. L’esordio del 2010 li vede proiettati con merito nell’universo indie-rock internazionale. Il singolo Clap your hand (like monkeys) viene trasmesso da stazioni radiofoniche inglesi, irlandesi e statunitensi.
A gennaio del 2011 il gruppo viene selezionato come una delle migliori 160 band emergenti europee dagli organizzatori del “Glastonbury Emerging Talent”. Ecco allora questo “Earworms”. Mellow led è una lezione di stile pop. We try together si bagna nel midollo di un sogno a metà strada tra le visioni di Ziggy Stardust e le leggiadre armonie acide di Sgt. Pepper. On your fishbow riverbera della Dublino di “Boy” e di “War”: sincera, dolce e potente. C’è chi afferma su basi scientifiche che nove persone su dieci hanno avuto nella loro vita almeno una canzoncina, un ritornello, una filastrocca che è rimasta in mente all’infinito, un earworm che penetrato, chissà come e chissà quando, nella mente ha scavato sempre più in fondo la sua tana nutrendosi dei nostri sogni e delle nostre memorie. The reckless potrebbe essere uno dei miei earworms. Una ballata psychelettrica degna dei sublimi Opal e che conferma ulteriormente la bellezza di questo disco e il talento e la bravura di questa band. Esiste una primavera sarda nel rock italiano e internazionale e i De Grinpipol sono fra le gemme di rugiada più brillanti di questa nuova, meravigliosa rinascita.
Maurizio Galasso
Commenti →